Avrebbe dovuto essere un chiarimento, quello di ieri sera tra Diletta Di Bartolo e il proprietario del locale che la sera di San Valentino aveva detto alla ragazza e alla compagna di “evitare” effusioni perché c’erano dei bambini. E così sembrava, a fine serata, quando il presidente di Arcigay Messina Rosario Duca che accompagnava Diletta, aveva diffuso una foto in cui tutti e tre sorridevano. Mario Musolino, il proprietario del Chiodo, si era scusato ed era apparso sinceramente mortificato per l’accaduto. Al punto che Musolino aveva anche proposto di organizzare eventi nel suo locale.
“Non si sono capiti – aveva commentato Duca – l’incontro è servito per chiarirsi ed aprire un sereno dialogo conclusosi nel modo migliore, come era nelle nostre speranze”. Per Duca, insomma, si è trattato di un malinteso anche in virtù del passato piuttosto friendly del Chiodo, ricordato dallo stesso presidente di Arcigay Messina nelle dichiarazioni rilasciate ieri a Gaypost.it.
Ma a complicare le cose e a rimettere tutto in discussione, arrivano oggi le dichiarazioni del legale di Musolino. All’edizione messinese della Gazzetta del Sud, infatti, l’avvocato Lione ha spiegato che “tra le effusioni della coppia non c’erano soltanto quelle dalla stessa indicate”. “Di conseguenza – continua Lione – è ovvio che il mio assistito avrebbe ovviamente invitato ad evitare contatti intimi nel locale, all’interno del quale si trovavano anche dei bambini. “Siamo certi che quella della giovane messinese sia stata una reazione dettata d’impulso – conclude -e che dopo l’incontro chiarificatore, come è stato detto, si siano entrambe rese conto che il proprietario non aveva alcuna intenzione omofoba o ghettizzante”.
Lione dunque, non si limita al compito di difendere il suo assistito dalle accuse, ma rilancia accusando Diletta e la sua compagna di avere mentito. Pare, però, che lo stesso Lione, avrebbe ritrattato le dichiarazioni rese al quotidiano, dicendo che “se fossi in loro anche io mi incazzerei”. Ai politici che ritrattano siamo tristemente abituati. Ma un avvocato è una novità.
“Si riparte da zero” è il commento di Rosario Duca sul proprio profilo Facebook, poco dopo la diffusione delle dichiarazioni di Lione. “Con le dichiarazioni alla Gazzetta del Sud rilasciate dall’avv. del Chiodo – aggiunge il presidente di Arcigay in uno status successivo – stamattina il caso è riaperto. Non pensavamo che si strumentalizzasse l’accordo pacifico con il tentativo meschino e aberrante di far passare per bugiarde le ragazze. Stamattina, dopo aver concordato l’azione con Diletta, presenterò un esposto. Volevamo la pace, ma non erano questi i termini. Insomma si riparte da zero”. Sulla rettifica dell’avvocato, in una nota stampa, Duca spiega che “ancora agl’interessati il rappresentante legale del locale non ha comunicato nulla”.
Per il presidente di Arcigay Messina, quanto riportato dalla Gazzetta del Sud “spiazza e getta nella spazzatura l’accordo raggiunto. L’articolo così come si legge è fuorviante, mortificante verso la ragazza ed ingiusto in quanto non vero (…) uno schiaffo a tutta la comunità”. “Sono amaregiato per aver creduto alla buona fede del titolare – continua la nota – visto che in passato si era dimostrato molto friendly”. Infine, Duca chiede all’avvocato Lione “di mettere in atto quelle azioni, anche legali, contro il giornale o chi ha firmato l’articolo. Solo così dimostrerà che quanto pubblicato non sia stato fatto intenzionalmente e per dare una sponda al locale”.
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