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“L’omosessualità è una malattia. Si può guarire”: i deliri del leghista Cerelli

“L’omosessualità è un disordine. La norma è che agli uomini piacciano le donne ed a una donna piacciano gli uomini. Un disordine da un punto di vista naturale, perché l’organo sessuale maschile serve per essere inserito nell’organo genitale femminile e non in altri orifizi, dove e’ una forzatura”.
Questo uno dei passaggi dell’intervista, a La Zanzara su Radio 24, di Giancarlo Cerrelli, il segretario della Lega a Crotone autore del manifesto per l’8 marzo che ieri ha scatenato un vespaio perché accusato sessismo.

“Non abbiamo scritto che il ruolo della donna è quello di restare a casa ed accudire i figli. Ma per sua natura il ruolo della donna è essere madre. Invece oggi una donna che fa figli viene considerata una donna che non è normale”, spiega.

C’è differenza tra omosessuale e gay

“Sono delle persone, ma distinguo tra omosessuale e gay: omosessuale è colui che vive tranquillamente la propria omosessualità, mentre il gay è un agente politico, è colui che vuole imporre alla società delle leggi, un modo di sentire. Il problema – dice ancora – è che l’omosessualità è ormai è la page. Chi non è omosessuale è in qualche modo escluso da tante cose, quindi non c’è un problema di omofobia. Sono più discriminati gli eterosessuali che gli omosessuali”.

Le terapie riparative funzionano

“Il sesso tra uomini – osserva ancora – è contro natura. Certamente. Ci sono tanti omosessuali che ho conosciuto che avevano un disagio, delle vere pulsioni nei confronti delle persone del proprio sesso e poi hanno fatto delle terapie cosiddette riparative. Tante persone, omosessuali sia uomini che donne, omosessuali militanti che sono tornati etero, sono venute a dirmi di essere felicissime e di essere passate per le terapie. Dunque possono funzionare, sì. Mi hanno presentato i loro coniugi. Servono a guarire la ferita che soprattutto nell’omosessualità maschile è determinata dall’abbandono del padre, non avere una figura paterna di riferimento. C’e’ una riparazione di una ferita interiore”.
E se suo figlio fosse gay?: “Certamente non sarebbe una gioia. Ovvio che preferisco avere un figlio eterosessuale”

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