Continua l’Onda Pride 2017. Dopo Arezzo, Reggio Emilia, la Basilicata, sabato l’orgoglio LGBTI scenderà in altre tre piazze: Roma, Pavia e Udine.
Roma, un appuntamento storico, e Udine, la prima volta
L’appuntamento nella Capitale è alle 15 in piazza della Repubblica da dove il corteo partirà per concludersi in Piazza della Madonna di Loreto. E se il Roma Pride è ormai un appuntamento immancabile dal 1994, è all’esordio la parata del Friuli Venezia Giulia che ha scelto Udine per il primo Pride della regione. “Le associazioni lgbti del Triveneto – si legge in una nota di Arcigay -, dopo Padova, Bassano del Grappa, Vicenza, Venezia, Verona e Treviso, hanno scelto il Friuli Venezia Giulia per rafforzare il percorso di cambiamento e sensibilizzazione di quel territorio, già in atto da alcuni anni”.
Il ritrovo è previsto alle 15 in via Leopardi, con concentramento presso il giardino pubblico Giovanni Pascoli e via Carducci. Da lì il corteo si snoderà per le vie della città attraverso porta Manin, proseguendo lungo via Canciani fino ad arrivare a piazzale del Castello. Lì si terranno i discorsi dei portavoce delle associazioni lgbti, tra cui il segretario nazionale di Arcigay, Gabriele Piazzoni.
Pavia, per il terzo anno di seguito
Un altro ritorno è quello del Pavia Pride, ormai alla sua terza edizione che ha visto un fitto calendario di appuntamenti precedere la parata finale durante la Pride Week. Anche il corteo pavese partirà alle 15, da piazzale della Ghinaglia, e attraverso il Ponte Coperto attraverserà il Ticino per arrivare alla conclusione in Piazza della Vittoria dal cui palco, tra gli altri, interverrà il presidente nazionale di Arcigay, Flavio Romani.
“Una rivoluzione culturale”
“I cortei di domani – commenta Gabriele Piazzoni, segretario nazionale di Arcigay – realizzano a piena la vocazione dell’Onda Pride: accanto alla grande manifestazione della Capitale, che lambisce i luoghi nevralgici della nostra Repubblica, si snodano due altri cortei che scommettono sull’empowerment di città che solo quest’anno, o da pochi anni, hanno iniziato ad accogliere le manifestazioni dell’orgoglio lgbti. Perché questo fanno i Pride: scommettono su una rivoluzione culturale, capillare e gioiosa, che sfiori le case del più alto numero di persone possibile”.
“E d’altronde – conclude – 24 manifestazioni in quasi 60 giorni sono un fatto straordinario, che testimonia la mobilitazione vera di un intero Paese per promuovere la cultura dei diritti”.
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