Il tema del piacere sessuale femminile e dei fattori che possono facilitarlo o inibirlo è sempre attuale, ma spesso anche un tabù. Ciò che gli studi scientifici moderni continuano a confermare è la necessità di considerare tale argomento come un complesso sistema di variabili, e in questo senso s’intersecano certamente aspetti biologici, psicologici, relazionali e sociali. Allo stesso tempo, però, è un argomento pervaso da pregiudizi e stereotipi che vedono la sessualità femminile, purtroppo, ancora con un occhio diverso rispetto a quella maschile. Negli anni ‘70 alcuni passi avanti, in questo senso e attraverso la rivoluzione sessuale, sono stati fatti. Sembra essere tornati indietro nel tempo quando una donna, padrona del suo piacere e del suo corpo viene ancora considerata in modo negativo, mentre per l’uomo questa posizione assume una connotazione stereotipicamente positiva. Sono ancora molte le donne fortemente legate a pregiudizi e stereotipi passati e talvolta, questo, può inficiare l’espressione della propria intimità e compromettere anche in modo significativo il proprio benessere psico-sessuale, individuale e di coppia.
Se con orgasmo si intende il raggiungimento del massimo piacere erotico-sessuale, una donna che non lo raggiunge è una donna che si conosce poco, o non si conosce. La maggior parte delle volte ciò che sembra mancare è una corretta informazione ed educazione sugli organi genitali, dall’anatomia e dalla funzione sessuale, fino agli aspetti più erotici, psicologici e relazionali. Ma anche qui esistono stereotipi socio-culturali. L’autoerotismo è un primo momento per mettersi in gioco con se stesse: affrontare la possibilità di avere paura e permettersi di entrare in contatto con il proprio sé sessuale e corporeo è solo il primo passo di una nuova esplorazione, attraverso curiosità, fantasia, seguendo le sensazioni di nuovo piacere. Molte donne, non si sentono abbastanza libere da mettere in pratica l’autoerotismo e questo deriva molto dalla cultura dominante. Alcune donne vedono l’autoerotismo come qualcosa che non si deve fare, giustificandosi e dicendo che non sono interessate. Non è un obbligo, ma se una donna non inizia a capire come è fatta, rischia di perdere alcune parti di sé. L’imbarazzo provato verso l’attività auto-erotica e verso le stesse fantasie sessuali (che, in quanto fantasie, possono rimanere tali!) alimenta quella sensazione di paura che frena l’esplorazione di sé e del proprio piacere. E per la scoperta del proprio piacere e del proprio sé corporeo, la pornografia rappresenta, anche per le donne (non solo per gli uomini!) un valido supporto per esplorare il mondo dell’immaginario erotico-sessuale e promuovere l’eccitazione. Dunque, diventa importante rimarcare il concetto che la sessualità vissuta individualmente non si contrappone a quella di coppia né va legata a vissuti di “tradimento” poiché non rappresenta alcuna forma compensatoria dell’intimità relazionale. È, invece, un momento di privacy, un momento dedicato a se stesse che, a volte, può addirittura arricchire l’erotismo con il/la partner in quanto più consapevole di se stessa. Da questa analisi sono esclusi, ovviamente, i casi di difficoltà quali vaginismo o di donne abusate sessualmente, che vanno sicuramente valutati in modo differente.
Come affermava la “sessuologa” Merope Generosa, personaggio rappresentato a teatro dall’attrice Anna Marchesini, “l’orgasmo femminile è… uno”. Ciò va sottolineato affinché si possa andare oltre al dibattito sull’orgasmo clitorideo o vaginale, che tenta di classificare il piacere in orgasmi di serie “A” o di serie “B”. Fisiologicamente non esistono due tipologie di orgasmo, ma solo due diverse modalità di raggiungere il piacere, tramite stimolazione diretta della clitoride o tramite stimolazione indiretta delle radici della clitoride che avvolgono la parete anteriore della vagina. Dunque, ciò che è importante imparare è a stare con se stesse. Si rischia molto ad aspettare che quell’atto sessuale e quel partner portino sicuramente all’orgasmo; iniziare, invece, ad entrare in contatto con le proprie sensazioni, lasciandosi andare a ciò che realmente piace, permette di entrare in contatto con il proprio orgasmo.
Dunque, è importante riscoprirsi interamente Donne, attraverso l’informazione, l’educazione e la scoperta della propria sessualità sperimentata a trecentosessanta gradi. Bisogna scoprirsi capaci di liberarsi dagli stereotipi e di prendere l’iniziativa affinché ci si possa esprimere liberamente nella propria dimensione erotico-sessuale, essere presenti a se stesse ed eventualmente condividerlo nel pieno rispetto di sé e dell’altro diverso da sé.
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