Il grido di battaglia del Siracusa Pride 2021 sarà “Orgoglio, resistenza e libertà! La rivoluzione continua!”. Questi «i presupposti che animeranno ancora una volta il #SiracusaPride edizione 2021 che si terrà a sabato 11 e domenica 12 settembre prossimi». Così possiamo leggere nel comunicato stampa del coordinamento aretuseo.
Con un programma che si preannuncia molto ricco, nel secondo week end di settembre: «Durante la prima giornata, sono previsti incontri, presentazioni ed attività informative i cui orari, dettagli e i luogo di svolgimento verranno resi noti con i prossimi aggiornamenti. La domenica invece si terrà, se le norme anticovid vigenti lo consentiranno, la classica e coloratissima parata del Pride».
Il corteo si svolgerà «con raduno e partenza dall’area dei giardini del Foro Siracusano». Per il resto delle informazioni, che arriveranno da qui alle prossime settimane «basterà consultare la pagina Facebook del Siracusa Pride».
«L’opportunità di organizzare a Siracusa il Pride ha a che fare con il semplice fatto che un diritto non è mai conquistato per sempre» dichiara Lucia Scala, presidente di Arcigay Siracusa. Per l’attivista «con la legge si può arrivare solo fino a un certo punto e in questo caso il Pride, conta ancora perché resta molto lavoro da fare». Scala ricorda che ancora molti sono i paesi, nel mondo, in cui la popolazione Lgbt+ è discriminata e oppressa. Per questa ragione, occorre celebrare il pride e tornare in piazza. Per questo «lo scopo dei Pride, frequentatissimi anche da persone eterosessuali e famiglie, è unire tutti e tutte nella lotta per i diritti, coinvolgere e costruire una rete di alleanze e nuove relazioni».
Alessandro Bottaro, presidente di Stonewall Glbt, dichiara: «Oggi dopo 52 anni la rivoluzione continua, alcuni traguardi sono stati raggiunti, ma i diritti non sono mai eternamente acquisiti. Su questi noi tutte associazioni Lgbt e non dobbiamo vigilare. Il clima è molto peggiorato, la pandemia, in Europa ed in Italia ha permesso alle peggiori destre di inasprire i toni sulle vite e sui corpi di noi tutte persone Lgbt+». Bottaro menziona, ancora, la legge Zan e le difficoltà che si incontrano per la sua approvazione. Per tale ragione auspica che «l’arcobaleno, simbolo di tutta la comunità Lgbt+, […] possa prendere il posto delle nubi nere di fascismo bigotto e clericale che purtroppo minacciano il nostro paese e non solo».
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