Arrivano dal Piemonte le prime barricate al provvedimento a firma dei ministri dell’Interno Matteo Salvini, per la pubblica amministrazione Giulia Buongiorno e dell’Economia e delle finanze Giovanni Tria, che sostituisce la dicitura “genitori” nelle carte d’identità con quella di “padre e madre” .
Il ricorso a spese della regione
La giunta Chiamparino ha annunciato che le coppie omogenitoriali che si sentono lese dal decreto potranno fare ricorso con il contributo della regione per le spese legali.
“Il decreto è a nostro parere discriminatorio e per questo contrario alla nostra legge regionale, la numero 5 – sostiene l’assessora ai Diritti Monica Cerutti –. Riteniamo perciò importante ricordare a tutti i piemontesi che se si riterranno lesi da questo atto potranno fare richiesta d’accesso al nostro fondo regionale a sostegno delle spese legali per far valere i propri diritti”.
Il ricorso a spese della regione
“La stessa opportunità la offriamo alle amministrazioni comunali” ha continuato Cerutti “che hanno competenza sull’anagrafe. Riteniamo grave quanto deciso dal governo formato da Lega e 5Stelle. Tutto ciò rende difficile la vita alle famiglie omogenitoriali. E invitiamo davvero tutti a far valere i propri diritti affinché non si perda terreno e non si torni indietro a un passato non felice”.