Come da previsione, alla vigilia del secondo round parlamentare del ddl sulle unioni civili, tutti ricominciano a parlare di gestazione per altri (anche se la chiamano “utero in affitto”) e di genitorialità, con il solito refrain per cui un bambino ha bisogno di una madre e di un padre. Tutto come se dalla legge, a seguito proprio di questo dibattito, non fosse stata stralciata proprio l’adozione del figlio del partner. Intanto la scienza va avanti, sul tema dell’omogenitorialità, e dagli States arriva l’ennesimo studio secondo cui i padri gay non hanno nulla da invidiare ai padri o ai genitori etero.
Questa volta lo studio è stato fatto dal Tufts Medical Centre di Boston ed è stato presentato durante il meeting annuale della Pediatric Academic Societies. Cosa dice? Che i padri omosessuali hanno un rapporto con i figli molto simile a quello dei genitori eterosessuali. Niente di nuovo per chi questi argomenti li studia e li conosce da tempo, ma l’ennesima risposta a chi ancora vuole negare la genitorialità alle coppie omosessuali sulla base, ormai è evidente, solo di pregiudizi. Per arrivare a queste conclusioni i ricercatori hanno analizzato le risposte di una ricerca che comprendeva domande sul benessere dei bambini (ad esempio sul rendimento scolastico, sull’autostima e la relazione tra i pari) che ha coinvolto 723 padri gay in 47 stati diversi. Secondo quanto riporta l’Agi, circa l’88 per cento degli intervistati ha dichiarato che “non era vero” che il loro bambino fosse infelice o depresso, contro l’87 per cento dei campione di confronto. Allo stesso modo, il 72 per cento dei partecipanti ha affermato che il proprio bambino “non preoccupa molto”, rispetto al 75 per cento della popolazione generale.
Dai dati dello studio è emerso che il 36 per cento dei figli di coppie gay è nato da una relazione eterosessuale, il 38 per cento è stato adottato o preso in affidamento e il 14 per cento è nato con l’aiuto di una mamma surrogata. Il 74% dei figli di padri gay, dunque, non ha nulla a che vedere con la gestazione per altri. Molti dei padri hanno ammesso di aver incontrato ostacoli per la custodia dei loro figli (33 per cento), per adottare un bambino (44 per cento) o per diventare padre attraverso una mamma surrogata (18 per cento). Inoltre, tra il 20 e il 30 per cento degli intervistati ha riferito di aver avuto esperienze stigmatizzanti a causa del loro essere padri omosessuali, soprattutto da parte dei membri della propria famiglia, dagli amici e da alcune persone in contesti religiosi. Un terzo dei genitori ha riferito che i loro figli sono stati presi in giro, sono stati vittime di bullismo o hanno avuto esperienze stigmatizzanti a causa di amici. L’evidenza, dunque, è che i problemi dei padri gay e dei loo figli non sono da ricercarsi nel rapporto genitoriale, né nell’orientamento sessuale dei padri, né ancora nel modo in cui sono venuti al mondo i bambini, quanto piuttosto nell’omofobia diffusa nella società.