Ha vinto il titolo di papà più bello d’Italia, un contest on line lanciato dal sito Star People News che ha assegnato la vittoria a Manuel Zardetto. Di origine paraguaiana, poi adottato da una famiglia veneta, il giovane genitore si è visto riversare addosso quanto più odio possibile, sempre on line. La ragione di tanta cattiveria? Manuel è padre, ma è anche gay. Un’onta insopportabile per gli omofobi. Che lo hanno bersagliato così di insulti e minacce. E non solo.
Gli insulti alla figlia
«La cosa che mi ha fatto più male? Leggere le offese rivolte a mia figlia» ha dichiarato Manuel Zardetto in un’intervista a La Stampa. Insulti pesantissimi, rivolti a una bambina di soli sei anni: «C’è chi l’ha chiamata ragazzina sintetica e chi ha scritto che non può essere considerata una bambina, perché frutto di un atto contro natura». Una violenza verbale, e non solo, che investe una famiglia “fuori norma”. Una famiglia nata da una libera scelta. Manuel, infatti, attraverso la fecondazione artificiale, ha avuto Mia con una sua amica, che è anche la madre biologica della bimba. «La mia bimba» ha dichiarato ancora il papà più bello d’Italia «ha due genitori e, da un anno e mezzo, un secondo papà, il mio compagno, che presenta con orgoglio alle amichette».
Il pretesto della “natura”
Eppure la gente, forse convinta di rimanere protetta dall’anonimato on line, si è scagliata contro la vita di queste persone colpevoli di essere felici. E fa riflettere che sia portato avanti l’argomento della “natura”. Laddove con questa parola tende a coincidere con “eterosessualità”. Una dimensione che però, a ben vedere, da sola non è garanzia di buona genitorialità. Le cronache, anche le più tragiche, ci restituiscono storie di padri e madri disfunzionali. Eppure, per qualcuno, l’orientamento “secondo norma” sarebbe di per sé garanzia certa di salubrità.
L’esempio di Manuel Zardetto
E invece sono le scelte che ogni giorno si fanno a fare delle persone dei buoni o dei cattivi genitori. Manuel Zardetto fa notare, ancora, come la sua storia rompe tutti gli schemi. Figlio di genitori adottivi, non è il legame biologico ad aver fatto di suo padre e sua madre delle figure di riferimento. Bensì, l’amore. E adesso tocca a lui, è il suo turno. Con una scelta che di certo non segue la “tradizione” di molte famiglie eterosessuali. Ma che, non per questo, non può essere efficace. Non per questo non merita rispetto. A parlare saranno i fatti. E da quello che possiamo capire, c’è una famiglia che funziona. Con una mamma, due papà e una bambina felice. Di fronte a questo, bisognerebbe solo sospendere ogni giudizio. E invece il popolo del web, del web che odia, urla. La propria inadeguatezza di fronte alla felicità degli altri, senza dubbio.