È durato più di un anno, dal 5 gennaio 2015 ad oggi, il braccio di ferro tra Parigi e lo Stato del Vaticano sull’ambasciatore che l’Eliseo aveva designato per rappresentare la Francia presso la Santa Sede. Alla fine Hollande ha dovuto rinunciare a Laurent Stefanini, l’uomo che aveva scelto, ma inviso al Vaticano perché dichiaratamente gay e con un compagno. Cattolico praticante e certo non un attivista della causa gay, Stefanini non ha mai nascosto la sua omosessualità e tanto è bastato, insieme all’approvazione del matriomonio egualitario, per annullare la sua lunga esperienza diplomatica tra cui anche l’essere stato il vice dell’ambasciatore francese presso la Santa Sede dal 2001 al 2005. Dopo più di un anno di gelo tra Parigi e il Vaticano, quindi, Stefanini andrà all’Unesco.
Quando l’Eliseo rese nota la nomina di Stefanini, a gennaio del 2015, il Vaticano rispose con il silenzio che ha lo stesso effetto di un rifiuto. Hollande, che aveva definito Stefanini “uno dei migliori diplimatici del nostro paese”, ne aveva fatto una questione di principio: il nome è deciso, la Francia è libera di scegliere la persona più adatta, che sia gay o no, e il Vaticano deve accettarlo. Le cose non sono andate così e dopo quattordici mesi di vacatio Parigi è costretta ad una imbarazzante marcia indietro. Non è ancora stato scelto il nome di chi prenderà il posto che sarebbe dovuto essere di Stefanini.