Mercoledì prossimo si conosceranno i risultati del referendum postale che si è tenuto in Australia sul matrimonio egualitario. Una consultazione non vincolante per il parlamento e che, stando ai sondaggi, dovrebbe essere vinta dal Sì con una maggioranza schiacciante (circa il 60 per cento).
Secondo quanto ha dichiarato il senatore del partito liberale Dean Smith, però, se sarà il sì a vincere, il parlamento discuterà della questione “entro pochi giorni”.
Un’altissima partecipazione
Parlando a Sky News, il senatore ha spiegato che “gli australiani non tollererebbero ritardi”. Per questo, secondo Smith, se dovesse vincere il sì, bisognerà mettere il matrimonio all’ordine del giorno della discussione parlamentare in modo che si affronti prima della fine dell’anno.
Gli unici dati disponibili per ora sono quelli relativi a quante persone hanno votato. Tra gli aventi diritto al voto, il 78 per cento ha deciso di esprimersi sul matrimonio egualitario, pari a circa 12 milioni di elettori. E, nonostante le difficoltà iniziali, sembra che sia proprio il voto favorevole ad avere ottenuto un risultato migliore.
La fiducia degli attivisti
Sempre ai microfoni di Sky News, Tiernan Brady di Equality Campaign ha dichiarato che gli attivisti sono “fiduciosi sulla vittoria”. “Penso che gli australiani non si siano fatti ingannare – ha dichiarato -. Penso che abbiano deciso”.
Il primo ministro Malcolm Turnbull ha appoggiato la campagna per il sì, ma molti rappresentanti di destra del suo governo si sono, invece, schierati dalla parte opposta. Turnbull ha aggiunto che le coppie dello stesso sesso dovrebbero potersi sposare entro la fine del 2018, se la consultazione avrà esito positivo. Un’ipotesi che secondo molti osservatori è poco probabile.