La Procura di Parma ha deciso di ricorrere contro quattro atti di riconoscimento avvenuti lo scorso 21 dicembre, grazie al primo cittadino Federico Pizzarotti. I riconoscimenti riguardavano altrettanti bambini ed era a favore di alcune donne unite civilmente o conviventi con le madri naturali dei piccoli.
Le ragioni del ricorso
Le ragioni del ricorso, come riporta la Gazzetta di Parma, risiedono nel fatto che secondo il codice civile e secondo l’ordinamento dello stato civile, «l’atto di riconoscimento successivo» che è quello fatto proprio dal sindaco, «sarebbe previsto solo per il figlio nato fuori dal matrimonio e potrebbe essere effettuato esclusivamente dalla madre e dal padre che non lo abbiano riconosciuto al momento della nascita». Per questa ragione non possono essere i coniugi dello stesso sesso a potervi ricorrere in quanto una donna «non è madre nè tantomeno può essere padre».
Le motivazioni della procura
«Nonostante lo sbarramento normativo», sostiene ancora la Procura, alcuni sindaci hanno «ritenuto ugualmente di poter ricevere le dichiarazioni di riconoscimento successivo. E in altri casi, si legge ancora, «allorquando la richiesta non sia stata accolta dal Comune» sono stati alcuni tribunali ad ordinare «all’Ufficiale di stato civile di ricevere gli atti di riconoscimento». A Parma non la pensano così, invece: «Rifacendosi ai principi della separazione dei poteri […] e del rispetto della legge […]» la procura «ha sostenuto l’illegittimità degli atti di riconoscimento in questione».
La replica di Pizzarotti
Su Facebook, intanto, non tarda la risposta di Pizzarotti: «La procura di Parma ha annunciato ricorso contro il nostro riconoscimento di quattro bambini da parte di coppie dello stesso sesso. Donne che si amano con semplicità, e che al mondo chiedono soltanto di poter amare, curare e crescere i loro bambini. Rispetto le idee e le opinioni di tutti, ma sui diritti è necessario essere coraggiosi e andare avanti» scrive il sindaco.
Il dovere dei sindaci
«Se la politica nazionale non ha coraggio, e anzi spesso fomenta odio su questi temi creando leggi lacunose e interpretabili, sta ancora una volta ai sindaci porsi come frontiera dei diritti dei propri cittadini» dichiara ancora il primo cittadino di Parma, tornando sulla questione della separazione dei poteri. «In Italia sono stati fatti decine di riconoscimenti in questi anni, ma evidentemente un confronto in punta di legge doveva vedere Parma come la prima città a dover difendere un diritto. Lo faremo ancora una volta perché Parma era, è e resterà la Città dei Diritti» promette infine.