Il Dott. Ghender parla con una mamma e le promette che “riparerà” la figlia. Da cosa? Dalla sua omosessualità, chiaramente. E le spiega che sì, conosce bene la preside del college che frequenta la ragazza. Sul muro, una foto di Vladimir Luxuria usata come bersaglio per le freccette.
Inizia così “Who is afraid of gender” (Chi ha paura del gender), la sigla del Gay Village College interpretata da Immanuel Casto e Romina Falconi che attacca dichiaratamente chi agita il fantasma del gender e chi propone le cosiddette terapie riparative. Cosa succede dopo, scopritelo guardando il video.
La sigla, ideata e realizzata da CUT, con le coreografie di Federico Patrizi, vede la partecipazione di Federico Pacifici nel ruolo del Dott. Ghender, di Eva Grimaldi nel ruolo di una docente del college, oltre che della preside Vladimir Luxuria insieme a Alex Di Giorgio, Kristine VonTrois e Marica Cotognini.
“Sono felicissima di aver preso parte, proprio in questo momento storico a ad un progetto di grande qualità tecnica ed artistica – dichiara Eva Grimaldi – ho interpretato una docente impegnata a spiegare ai suoi alunni che Shakespeare avrebbe potuto parlare anche di una storia tra due uomini o due donne, ma l’essenza dell’amore narrata da un grande classico come Romeo e Giulietta, avrebbe avuto il medesimo sapore… qualsiasi sia la sessualità dei suoi protagonisti. Perché l’Amore non ha sesso né definizione, l’Amore è una sensazione … un sentimento”.
“Vogliamo dedicare questa sigla a tutti gli omofobi d’Italia – spiegano Stefano Gianfreda e Daniele Napolitano di Cut, rispettivamente art director e direttore della sigla -, a quei politici che promuovono referendum per abrogare la legge sulle unioni civili, a quelli che aprono uno sportello “anti-gender” e illuminano il Pirellone, a quelli che scendono in piazza, silenti e libro in mano, a vegliare per difendere la verità, la loro, a scapito dei diritti degli altri. A tutti quelli che vanno nei salotti dei talk show parlando del bene dei giovani senza rendersi conto di quanto male facciano le loro parole a tutti quei ragazzi che guardandoli continuano ad avere paura. Ma soprattutto vogliamo dedicare questo video a tutti quei pazzoidi convinti che dall’omosessualità si possa guarire, come si trattasse di un raffreddore contagioso. Ecco, il messaggio della sigla è proprio questo: non si può guarire dall’omosessualità perché non c’è niente da cui guarire. Dalla stupidità invece sì, si può guarire. Studiando! E il Gay Village College è il posto giusto dove farlo”.
Ecco il video di “Who is afraid of gender”, cantata in inglese perché il messaggio possa valicare i confini dell’Italia ed essere condivso ovunque.