Debellare l’Hiv in 10 anni. E’ l’obiettivo del presidente Donald Trump che nel discorso sullo Stato dell’Unione ha lanciato un appello bipartisan perché vengano aumentati i finanziamenti alla lotta all’Aids.
Le parole smentite dai fatti
Un traguardo che è destinato a rimanere tuttavia uno slogan. A smontare l’ennesima promessa la Human Rights Campaign, la più grande associazione lesbica, gay, bisessuale e transessuale d’America con una nota firmata dal direttore degli affari governativi David Stacy: “Questa amministrazione non riuscirà a raggiungere questo obiettivo, semplicemente perché mentre lo annuncia attacca l’assistenza sanitaria per le comunità più colpite dall’HIV. Il pubblico americano merita un vero impegno da parte del governo per porre fine all’epidemia di HIV “.
Trump ha infatti smantellato il programma federale sanitario degli Stati Uniti d’America che provvedeva a fornire aiuti agli individui e alle famiglie con basso reddito salariale, ai pensionati e agli indigenti. “Se questa amministrazione vuole combattere la diffusione dell’HIV” ha commentato Stacy “deve prima interrompere immediatamente questi sforzi”
L’ignoranza criminale di Trump e Pence
Donald Trump e il suo vicepresidente Mike Pence condividono inoltre un record inquietante per quanto riguarda HIV e AIDS. Ai tempi in cui governatore dell’Indiana, Pence è stato responsabile politico del peggior focolaio di HIV e AIDS nella storia dello Stato, motivo? Il suo rifiuto di revocare il divieto di programmi di scambio di siringhe. La sua politica della prevenzione è stata più volte descritta come un “case study su come politiche sanitarie sbagliate possono mettere in pericolo vite umane”.
“I preservativi non servono”
La carriera di Pence si distinta per una lotta ben precisa: l’abolizione dell’organizzazione Planned Parenthood che fornisce educazione sessuale, pianificazione familiare, controllo ormonale, si occupa di infezioni sessualmente trasmesse e somministrazione di test e la diffusione gratuita di preservativi bollati da Pence come “una protezione scarsa, davvero scarsa contro le malattie trasmesse sessualmente”.
Nel 2017, la Casa Bianca di Trump-Pence ha proposto un budget federale taglia circa 1,1 miliardi di finanziamenti per programmi internazionali di prevenzione dell’HIV.
Un presidente inadeguato
Basta ricordare l’incontro tra il presidente Trump e il fondatore di Microsoft, Bill Gates: “Entrambe le volte -raccontò Gates- voleva sapere se ci fosse una differenza tra l’Hiv e l’Hpv, quindi gli ho spiegato che raramente vengono confusi tra loro”. L’Hiv è il virus dell’immunodeficienza. L’Hpv, invece, è il virus del papilloma.
I’m dubious of an #HIV policy announcement from a man who was quizzing Bill Gates on the difference between HIV and HPV less than a year ago. Has he really dug into the details and is now committed to ending the HIV epidemic in the U.S.? Doubt it. #SOTU https://t.co/G08X0MlrIm
— Scott A. Schoettes (@PozAdvocate) 6 febbraio 2019
In america solo il 40% delle persone sieropositive può curarsi
Il triste episodio è stato riportato alla luce da Scott Schoettes, componente del Presidential Advisory Council on Hiv/Aids. Creato nel 1995 all’interno del Dipartimento della Sanità per offrire suggerimenti alla Casa Bianca sulle politiche riguardanti l’Aids. Fu proprio lui nel 2017 a denunciare l’indifferenza dell’amministrazione Trump sul tema Hiv: L’amministrazione Trump non ha alcuna strategia per affrontare l’epidemia dell’Aids, non cerca alcuna indicazione al riguardo dagli esperti e soprattutto spinge per norme a danno dei malati”. Il duro attacco fu pubblicato in un editoriale su Newsweek: “Solo il 40% delle persone sieropositive al virus dell’HIV negli Stati Uniti” scrisse Schoettes “sono in grado di accedere alle cure che potrebbero salvar loro la vita”.