Il direttivo di Omphalos, l’associazione lgbt perugina affiliata ad ArciLesbica (oltre che ad Arci e Arcigay), ha votato all’unanimità la sospensione immediata proprio da ArciLesbica. È la decisione presa in conseguenza dell’esito dell’ultimo congresso dell’associazione di lesbiche più vecchia d’Italia e a soli cinque giorni dalla sua conclusione.
“Posizioni inaccettabili”
Per Omphalos, la vittoria della mozione “A mali estremi, lesbiche estreme” ha fatto emergere “posizioni per noi inaccettabili, che mettono in discussione gli stessi valori, non solo di Omphalos, ma del movimento LGBTI italiano nel quale Omphalos si riconosce”. Per questa ragione il direttivo dell’associazione “ritiene necessario aprire una profonda riflessione circa la compatibilità dei valori e della storia della nostra associazione con l’indirizzo politico radicale di carattere separatista e trans-escludente che ArciLesbica, con questo congresso, ha fatto proprio”.
Sospese tessere, uso dei loghi e partecipazione
E la riflessione passa dalla sospensione immediata dell’affiliazione ad ArciLesbica. L’assemblea dei soci e delle socie sarà convocata per confermare la decisione. Da oggi, in ogni caso, da Perugia non si faranno più tessere dell’associazione nazionale, non si useranno il nome, i loghi e i simboli di ArciLesbica nella comunicazione politica e sociale dell’associazione e non si parteciperà alle attività organizzate da quella che finora è stata una delle case nazionali dell’associazione.
I punti contestati
Quali sono i punti che Omphalos ritiene inaccettabili? “La contrazione del diritto all’identità delle persone trans*, il cui personale sentire viene ridotto a semplice “malessere creato dalla società che non accetta i comportamenti non conformi rispetto al genere attribuito” – si legge nel documento approvato dal direttivo -; l’esclusione delle rivendicazioni queer, genderfluid o, in generale, non binarie, considerate rischiose poiché contribuirebbero alla scomparsa dell’identità lesbica; il rifiuto alla piena libertà di autodeterminazione delle donne, che si esplicita in una chiusura preconcetta e autoritaria alla pratica della GPA (gestazione per altri, ndr), in netto contrasto con il lavoro di elaborazione politica svolto all’interno della nostra associazione e conclusosi con l’approvazione del documento politico sulla gestazione per altri”. Posizioni che Omphalos valuta come “preoccupanti” e che richiedono un’azione, da parte dell’associazione “a tutela di tutte quelle persone che riconoscono la nostra associazione come punto di riferimento contro ogni forma di autoritarismo e discriminazione”.
Il primo circolo a pronunciarsi
Quello perugino è il primo tra i circoli di ArciLesbica a prendere le distanze così nettamente dall’associazione nazionale. E, a quanto risulta a Gaypost.it, potrebbe non rimanere l’unico. Sono 10 su 16, infatti, i circoli che si erano schierati contro la posizione della segreteria uscente che ha proposto la mozione risultata vincitrice al congresso dello scorso weekend. Un meccanismo di voto che assegna alle dirigenti un voto a testa (per un totale di 13) a fronte di uno per ogni 50 iscritte assegnato alle delegate, ha favorito l’esito del congresso raggiunto con 21 voti a favore, 16 contrari e 4 astensioni.