C’è una immagine che da oggi rimbalza in rete, sui quotidiani, riveste le strade di Perugia. Quella di un bacio tra Matteo Salvini e Andrea Romizi, giovane sindaco di destra ed ex segretario di Forza Italia, oggi nuovamente candidato per il secondo mandato.
“L’unico bacio che non ci piace” recita il manifesto sei metri per tre, affisso su tutte le vie della città. A lanciarlo è Omphalos, l’associazione che da oltre 25 anni si batte per garantire alle persone lesbiche, gay, bisessuali, trans* e intersex la dignità e la tutela per vivere sé stesse e le proprie relazioni con libertà e autodeterminazione. “C’è un bacio però che proprio non ci piace ed è il “bacio politico” tra il candidato sindaco di Perugia Andrea Romizi e la Lega Nord di Matteo Salvini – spiegano da Omphalos -. Bacio che simbolicamente rappresenta l’alleanza politica che vuole portare al governo di Perugia persone e posizioni apertamente razziste, omofobiche, transfobiche e sessiste”.
Proprio qui nella città dei baci (Perugina) e delle caramelle Rossana, la “città della Domenica” che ricostruisce i luoghi delle fiabe accanto ai castelli della Bella Addormentata, per mesi il sindaco uscente si è distinto per aver animato un’altra fiaba: nera. Quella di Joan, il “piccolo delfino col costumino blu” come ha raccontato Claudio Rossi Marcelli, che ha fatto “tremare l’ordine pubblico”. La storia è nota.
Andrea Romizi aveva fatto ricorso contro la decisione del tribunale che gli impone la trascrizione del piccolo Joan. Joan è figlio di due donne perugine che vivono in Spagna dove è nato. Le sue mamme avevano chiesto al Comune la trascrizione dell’atto di nascita dove, secondo la legge spagnola, risultano entrambe come madri.
Il Comune non solo si è rifiutato, ma non ha neanche registrato il bambino come figlio della madre che lo ha partorito. Un caso unico in Italia. Risultato: niente documenti, niente asilo, niente pediatra, niente identità. “Una battaglia politica” ricorda Omphalos “persa disastrosamente grazie all’intervento dei giudici che, con ben due sentenze, in primo grado e in appello, hanno ordinato al primo cittadino di trascrivere quell’atto di nascita”.
Adesso, dopo aver fatto risuonare il suo nome oltre il campanile perugino per aver negato diritti e doveri a un bambino e ai suoi genitori, Romizi si ricandida.
“Ha scelto espressamente di allearsi e di condividere programmi, progetti e valori con la Lega Nord, che è già diventato il suo principale sponsor” spiega Stefano Bucaioni, presidente di Omphalos. “Un sindaco che 5 anni fa si presentava alla città come un giovane civico e moderato, si è mostrato in realtà, nel giro di poco tempo, come il miglior supporter dei peggiori ambienti della destra ultracattolica e reazionaria, prima opponendosi al riconoscimento dei matrimoni tra persone dello stesso sesso contratti all’estero e poi conducendo una battaglia politica contro un bambino di appena pochi mesi, il piccolo Joan, lasciandolo per lungo tempo senza documenti e identità per il solo fatto di avere due mamme”.
“Questo legame, tra il Sindaco Romizi e la Lega di Salvini, che abbiamo scelto di rappresentare con un bacio, con l’unico bacio che non ci piace, lo comunichiamo alla città con una provocazione che ha il preciso obiettivo di ricordare che le alleanze si scelgono e qualificano le proprie proposte. E il candidato sindaco Romizi ha fatto la sua scelta schierandosi con la Lega Nord e contro i valori fondanti della nostra città”.
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