Il consiglio comunale di Pescara ha bocciato una mozione che avrebbe impegnato l’amministrazione ad impedire “attività divulgative sulla ‘teoria gender’ intese come bisogno educativo”.
Lo rende noto Arcigay Chieti con una nota in cui plaude alla bocciatura del testo. “Considerando lo stravagante argomento portato nella mozione – si legge nel comunicato stampa dell’associazione -, ci rallegriamo che fortunatamente quest’ultima sia stata bocciata”. Non ha partecipato al voto il gruppo del Movimento 5 Stelle “che in tema di diritti civili si distingue spesso dall’atteggiamento pilatesco” sottolinea Arcigay.
La tesi della mozione
Secondo il capogruppo di Forza Italia, primo firmatario della mozione, la presunta “teoria gender” promuoverebbe “apertamente la transessualità” tra i bambini che si “inviterebbero i bambini a ignorare la propria natura biologica per scegliere liberamente il proprio genere, tenendo peraltro all’oscuro anche le famiglie”.
“Gli oppositori della fantomatica teoria gender – spiega ancora l’associazione – evidentemente non sono abituati al rispetto delle diversità, per cui confondono lo spiegare nelle scuole che esistono per esempio famiglie normalissime e altrettanto felici composte da genitori dello stesso sesso – attraverso semplici favole che non hanno alcuno scopo di indottrinamento e costrizione – con una inesistente minaccia”.
La lotta al bullismo e l’educazione alle differenze
Quella che viene definita “teoria gender”, in realtà, non è altro che lotta al bullismo omotransfobico ed educazione alla differenza. “Spiegare semplicemente la diversità non farà cambiare di una virgola l’orientamento sessuale di nessuno – continua Arcigay Chieti -. Anzi servirà ad evitare che fenomeni di bullismo si propaghino pericolosamente”.
La mozione “mai più fascismi”
Sempre durante la stessa seduta del consiglio comunale è stata approvata la mozione “mai più fascismi” che impegna Sindaco e Giunta a non concedere patrocinio, spazi o suolo pubblico a coloro i quali “non garantiscano di rispettare i valori sanciti dalla Costituzione, professando e/o praticando comportamenti fascisti, razzisti, omofobi, transfobici e sessisti”. “Ci auguriamo di non vedere nuovamente, almeno a Pescara, l’odio omofobico portato dalle sentinelle in piedi, allineate in maniera inquietante in piazza” conclude Arcigay.