Era andata dal vicino per discutere del sale da buttare sulle scale del palazzo per evitare che, col ghiaccio, qualcuno cadesse facendosi del male. Ma quello che è successo a Emanuela e alla sua compagna, Linda non ha niente a che vedere con il sale e il ghiaccio. Emanuela ha raccontato a La Stampa che quel giorno, dopo avere bussato al suo vicino, nel palazzo di Baldichieri dove vive con Linda, si è vista trascinare dentro l’appartamento dell’uomo e che lì è cominciato il pestaggio.
Non solo ad opera dell’uomo, già condannato per violenze contro i figli e la ex moglie, ma anche del padre dell’attuale compagna di lui. La donna, a sua volta, ha assistito a tutto senza battere ciglio.
Quando Linda, dall’appartamento accanto, ha sentito le urla della sua compagna, è corsa a vedere cosa stesse succedendo. Ma anche lei è rimasta coinvolta.
“Emanuela era in una pozza di sangue. E continuavano a tenerla per i capelli” racconta la donna. A quel punto è riuscita a divincolarsi e a chiamare il 122. I carabinieri sono giunti sul posto quasi subito ed hanno chiamato l’ambulanza. Emanuela, ora, ha il volto ricoperto di ecchimosi e al pronto soccorso le hanno dato una prognosi di 20 giorni.
“Costrette a cambiare casa”
Le due donne, però, che si sono unite civilmente poco tempo fa, hanno sporto denuncia e hanno deciso che cambieranno casa.
“Siamo costrette a cambiare casa – spiegano al quotidiano torinese – perché ciò che è accaduto purtroppo potrebbe ripetersi e con conseguenza tragiche. Andremo via di qui ma, nonostante le minacce dei nostri aggressori, non ritireremo la denuncia. Devono pagare per quello che hanno fatto”.
La Cgil: “E’ violenza omofobica”
A non avere dubbi sulla matrice omofobica dell’aggressione è Patrizio Onori, responsabile dell’Ufficio Nuovi Diritti Cgil Asti. “Non ci sono dubbi. E’ stato l’odio e la violenza di carattere omofobico a spingere i due uomini a malmenare violentemente le due donne conviventi ed affettivamente legate tra loro – scrive Onori in una nota -. Il pretesto è stato un piccolo screzio condominiale, ma la violenza con la quale è stata rasentata la tragedia non lascia dubbi sulle reali intenzioni”. “Il contrasto alla violenza di genere ed omofobica è ormai una questione che riveste un carattere di urgenza nel nostro Paese ma la classe politica pare ignorare del tutto il problema”.
Il Torino Pride: “Valuteremo se costituirci al loro fianco”
“Stiamo cercando di capire i fatti e se le ragazze vittime di una ennesima violenza omofoba abbiano bisogno di aiuto – commenta Alessandro Battaglia, coordinatore del Torino Pride -. Siamo tutti e tutte vicine a loro due. Siamo molto contenti che abbiano deciso di denunciare l’aggressore e nel caso valuteremo anche di costituirci al loro fianco. Questi fatti devono essere puniti ed essere di esempio per tutti coloro che immaginano di restare impuniti. Il nostro lavoro di educazione e sensibilizzazione contro tutte le discriminazioni non può evidentemente cessare… anzi”.