Stavolta abbiamo deciso di puntare alle cose su cui siamo più preparate: la pasta e il pesce (e non stiamo parlando di quello che nuota nel mare…).
Courtney ha aperto la sua rubrica di amici vip e siamo state tutte d’accordo su chi fosse più adatto a invitarci a pranzo in modo da mangiare una pasta col pesto fatto con le sue sapienti mani utilizzando il basilico raccolto in giardino: Pierpalo Mandetta, lo scrittore e super blogger di Vagamente suscettibile.
Ovviamente l’occasione era ghiotta anche per guardare la sua folta collezione di pesci meridionali catalogata con cura sul cellulare.
Poi ad un certo punto Fiele e Gemenda per fortuna si sono anche ricordate di fargli qualche domanda…
Sulla pagina del tuo blog speravamo di trovare tue foto nudo (o almeno le foto dei tuoi amanti) in linea con la serie “Aperti di notte” e invece abbiamo trovato “solo” la tua divertente biografia: in tre righe vuoi dire ai nostri lettori chi è Pierpaolo Mandetta?
È un ragazzo che si rende felice scrivendo, che coltiva pomodori sul balcone, che adora il cinema e la pasta. Ha tanti sogni, un compagno che russa, una madre che soffre d’ansia, una sorella single, un amico dottore da ossessionare al minimo starnuto, chiedendogli se bisogna indagare con una tac.
Ti definisci “blogger” e “scrittore”: ma quindi fare il blogger è un mestiere che dà da vivere?
“Blogger” è una passione che può diventare redditizia, e può riguardare qualsiasi campo, dal caro diario alle fotine alla moda, dai cosmetici alla cucina. È più legata al mestiere del famigerato “influencer”, che spesso ha una bella faccia. La mia ha troppi punti neri. Io sono principalmente uno scrittore e traggo guadagno dai miei romanzi, mentre fare il blogger è ciò che mi stimola ogni giorno, mi avvicina alla gente di Facebook, mi diverte con i post ispirati dalle bizzarrie del mio meridione.
In appena un anno e mezzo hai già raggiunto quasi 50 mila fan su Facebook: a cosa attribuisci il tuo successo?
Guarda, quando raggiunsi i quattro mila fan, a novembre 2015, mi sembrò un miracolo: i blog di scrittura non sono così popolari come le pagine di fumetti, di video divertenti o di gattini, di immagini con aforismi caustici. Mi rendevo conto che leggere lunghi post su Facebook risultasse faticoso o poco attraente, e d’altro canto i blog senza una dimensione social non hanno una vetrina. È stata una sfida e sono felice del risultato. Credo che puntare su tematiche inusuali, a volte ostiche e difficili come l’amore a tre, il tradimento, la solitudine, abbia offerto un luogo in cui trovare spunti di riflessione, cercando di non cadere nel giudizio o nella retorica, ma puntando sulla leggerezza e l’ironia. I miei post sono universali, parlano alle donne e agli uomini, gay o etero che siano.
Il tuo ultimo libro, Cuore satellite, è uscito un anno fa: cosa bolle in pentola adesso? E quale è fra i tuoi romanzi quello a cui sei più affezionato?
Sto riportando alla luce “Vagamente Suscettibili”, il mio romanzo d’esordio sull’avere tra i venti e i trent’anni in Italia, nell’era del precariato, dell’amore che manca, dei genitori che rompono il cazzo. Ho paura di dire quale sia il romanzo a cui tengo di più, perché non mi ricordo se l’ho già fatto nelle altre interviste. Nel dubbio faccio come Barbara D’Urso: li amo tutti.
Questo è il mese del Pride: quale è il tuo rapporto con la visibilità e l’orgoglio? Cosa ne pensi delle polemiche che spesso circondano questa importante manifestazione?
Sono gay da sempre, non l’ho mai nascosto ed esserlo mi ha fatto soffrire tanto, a causa di un ambiente ostile, della mancanza di amici, dei miei genitori che non volevano vedere o sapere. Ma soffrire mi ha reso quel che sono oggi, sensibile e lucido, ha aperto i miei orizzonti e potenziato la mia scrittura. Sono orgoglioso del mio percorso. So che accettarsi risulta difficile per molti, perché i propri cari potrebbero non prenderla bene, perché la Chiesa continua a tuonare in Tv che l’omosessualità è una cosa sconveniente, perché è tutto fottutamente difficile e tormentato, in questa nazione. Ma bisogna essere liberi, ricordarsi dell’amor proprio. È più importante di qualunque ostacolo.
Per le polemiche, be’, gli italiani stanno diventando un popolo di ostili. Ostili a tutto. Gay che ostentano, donne che si meritano lo stupro, immigrati col cellulare. Adorano fare i lottatori da tastiera, incolpare continuamente il prossimo per le miserie che, forse, non sanno o non vogliono risolvere.
Soddisfatte per il cibo (soprattutto Tessuta che si è fatta regalare due vasetti di pesto!) e non solo, salutiamo Pierpaolo e vi invitiamo a seguire il suo blog e acquistare i suoi romanzi!
Alla prossima! 🙂