Dopo l’Aeronautica, anche la Marina. Antonio Cuturi e Umberto Granata, rispettivamente 32 e 29 anni, napoletani ma residenti a Piombino (Li), si sono uniti civilmente questa mattina alla presenza del sindaco Massimo Giuliani e della senatrice Monica Cirinnà. È probabilmente la prima unione civile che riguarda un appartenente alla Marina Militare, oltre ad essere la prima celebrata nella cittadina toscana: un evento importante per un ambiente come quello militare dove da sempre essere omosessuali non è facile. Dopo l’unione tra due appartenenti all’Aeronautica (e la circolare del generale del corpo che invita all’eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti delle persone omosessuali arruolate nel suo corpo), quindi, ora tocca anche alla Marina Militare festeggiare la prima coppia gay che ufficializza la propria relazione in base alla nuova legge.
“L’anno scorso non avremmo mai pensato che sarebbe stato possibile sposarci in Italia – ha spiegato Antonio al quotidiano livornese “il Tirreno” – L’idea di farlo c’era però da tanto. Avevamo progettato di andare in Canada, ma al momento di partire, è venuta a mancare la mamma di Umberto, poi io ho vinto il concorso in Marina, e il tempo è trascorso, fin quando ci siamo affezionati al percorso della nuova legge”.
La cerimonia si è svolta nella stessa sala dove si celebrano i matrimoni, alla presenza di parenti e amici, ma anche di qualche conoscente incuriosito dalla novità. Antonio, per l’occasione, ha indossato la divisa della marina, come accade normalmente per i matrimoni. Per farlo, ha chiesto l’autorizzazione al comandante che l’ha concessa immediatamente.
“In realtà, in Marina ho sempre trovato un ambiente estremamente aperto – ha dichiarato ancora Antonio – che ha fatto il possibile per agevolarmi, a partire dalla licenza matrimoniale. Siamo emozionati e felici, e personalmente spero che la nostra strada sia di esempio per tanti che ancora si nascondono, ragazzi più o meno giovani, in alcuni casi anche nella stessa forza armata”.
(foto sotto il titolo: Comune di Piombino. Nel testo: il Tirreno)