Niente patrocinio della Regione Lombardia al Pavia Pride 2016. La ragione si legge in una lettera inviata ad Arcigay Pavia “Coming-Aut” che quel patrocinio aveva richiesto per la parata prevista per il prossimo 11 giugno. Per il Pirellone, “l’iniziativa non risulta essere pienamente coerente con gli obiettivi contenuti nei vigenti documenti di programmazione regionale e gli indirizzi dell’Assessorato alle Culture, Identità e Autonomie”.
Una decisione che non stupisce, se si pensa che si tratta della stessa amministrazione che lo scorso gennaio scelse di illuminare il Pirellone con la scritta “Family Day”: un messaggio chiaro e, del resto, coerente con altre iniziative intraprese dalla giunta Maroni, compreso il contestatissimo convegno sulla “famiglia tradiziona” pubblicizzato con il logo di Expo e organizzato proprio nei locali della Regione a gennaio del 2014.
“Nei vigenti documenti di programmazione si fa più volte riferimento al protocollo d’intesa che Regione Lombardia ha stipulato con UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali), che intende promuovere le pari opportunità e la lotta a tutte le discriminazioni, comprese quelle basate sull’orientamento sessuale e l’identità di genere – commenta Niccolò Angelini, presidente di Arcigay Pavia -. Dunque rimane oscuro che valore abbia, per l’amministrazione regionale, il concetto di coerenza”. “I dati sull’omotransfobia – prosegue Angelini – collocano l’Italia tra i Paesi europei più omofobi: dietro di noi soltanto i paesi dell’ex blocco sovietico. Domandiamo dunque se è coerente prendere le distanze da un evento come il Pavia Pride, che proprio quest’anno è dedicato al coming out e che intende quindi rivolgersi a quella parte di popolazione che più di altre subisce discriminazione e violenza omotransfobica”.
“La comunità lgbti pavese – conclude -, forte del sostegno delle istituzioni cittadine e di moltissime associazioni del terzo settore, andrà avanti anche senza l’appoggio della nostra regione. Con un rammarico e una consapevolezza in più: sapere che la massima istituzione regionale è lontana anni luce dalla verità sociale che vorrebbe rappresentare e che proprio tale vuoto rende il nostro lavoro quotidiano di promozione dell’eguaglianza ancora più importante. Al Pavia Pride dell’11 giugno saremo in piazza anche per tutti i cittadini lombardi che Regione Lombardia, per espressa coerenza verso non si sa che cosa, continua a considerare indegni di attenzione istituzionale”.