In un contesto storico in cui i social assorbono l’agone del dibattito pubblico – ma attenzione, non è una critica indiscriminata contro un mezzo che ha potenzialità infinite, bensì contro un certo uso che se ne fa – riappropriarsi di uno spazio (anche fisico) come quello del libro e un tempo (personale) da prenderci tutto per noi per leggerlo è molto importante. Questa riappropriazione può divenire un’occasione per indagare sull’erotismo, dimensione molto importante dell’io che però, in questi tempi, ci viene negata o è fortemente limitata, per ovvie ragioni. La letteratura può aiutarci a restare in connessione con essa.
L’amore dei lupi, dall’erotismo all’amore
E a questa esigenza risponde la raccolta di versi di Alessandro Brusa, L’amore dei lupi, che uscirà il 14 gennaio, pubblicato da Giulio Perrone Editore. Vero e proprio “canzoniere privato”, come apprendiamo dalla presentazione dell’opera, il libro racconta «erotismo, affettività, pornografia e cura, poi vendetta, odio» per finire con «il nome ultimo a comprendere tutto: amore». Amore che non è categoria vetero-romantica, ma esplorazione delle infinite possibilità dell’incontro tra esseri umani. E quindi, indaga il sentimento, l’autore, oscillando tra gli estremi della fedeltà normata e del poliamore.
«L’erotismo si colloca infatti tra l’indagine del nostro io più profondo e la relazione che abbiamo con l’esterno e per questo si carica del potere generativo della rivoluzione» apprendiamo ancora. Si parte dal corpo, da cui scaturisce una lirica che si stempera in un linguaggio prosastico. E che crea il corpus poetico che racchiude le suggestioni che l’autore vuole donarci. Opera di poesia Lgbt+, perché parte dalla dimensione personale del poeta, ma che si allarga a narrazione del mondo.
«La poesia» dichiara Brusa a Gaypost.it «riesce a rendere universali esperienze particolari. Soprattutto in virtù del fatto che in poesia, in Italia, il lato erotico viene sempre sublimato e angelicato. Con poche eccezioni, quasi tutte al femminile». Raccolta che, ci rivela ancora l’autore, «finisce per essere un unicum. Il lirismo dei testi viene sorpassato e superato dalla sua struttura narrativa. Credo che sia un libro molto meno di nicchia di quanto possa apparire».