Impostata sullo stesso schema della litania dei santi la “Preghiera alla sacra vulva” recitata dalle donne di Non Una di Meno in piazza IV Novembre a Perugia proprio non è andata giù al Popolo della Famiglia, il partito di Adinolfi.
La cosa era passata inosservata fino a quando, ieri, la pagina Facebook “Welcome to Favelas Pro” non ha pubblicato il video che al momento conta più di 700 condivisioni. Registrata, probabilmente, da qualcuno attirato dalla voce al megafono, la clip ritrae le attiviste che lo scorso 8 marzo hanno aderito allo sciopero globale delle donne. Un vero e proprio inno alla vulva in tutte le sue declinazioni. Una rivendicazione di libertà e visibilità che ora sta suscitando le proteste degli ultracattolici.
In un comunicato stampa diffuso dopo la pubblicazione del video, il Popolo della Famiglia dell’Umbria accusa le attiviste di prendere “deliberatamente in giro, davanti ad un luogo sacro, la figura di Maria Santissima con una serie di invocazioni blasfeme”. In realtà, come detto, la struttura della “Preghiera alla sacra vulva” ricalca lo schema della litania dei santi, non una preghiera alla Madonna.
Secondo il Pdf, “il “rispetto” che viene spesso violentemente richiesto da certi ambienti deve essere innanzitutto civilmente dato cercando di non offendere migliaia di persone che, tramite questi atti deplorevoli, sono colpite nei sentimenti più intimi”.
Ma c’è di più. Il partito di Adinolfi sostiene che ci possa essere il reato di “Offese alla religione mediante vilipendio di persone”. Un reato previsto dal codice penale per cui si può essere multati con un’ammenda dai 1.000 ai 5.000 euro.
Eppure, a parte appunto lo schema seguito, dal video non si deduce alcun riferimento né alla Madonna né ad altre figure religiose. Il Pdf, inoltre, si chiede anche se la manifestazione fosse autorizzata e “chi ha concesso un luogo così sacro per questa penosa sconcezza”. La manifestazione, però, si è svolta in una piazza, come si vede dal video stesso, non in un luogo sacro.
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