Ancora un attacco contro il pride, purtroppo proveniente dalla galassia del cosiddetto “femminismo radicale”: «Coloro che organizzano i gaypride sono gli stessi che lavorano instancabilmente perché un domani i vostri figli di sei anni possano avere rapporti sessuali con degli adulti, o perché un padre possa portarsi a letto la figlia di dieci». Questo possiamo leggere in un post condiviso del Gruppo di RadFem Italia, da parte di una delle iscritte al gruppo che riporta un virgolettato, senza specificare chi lo ha scritto (ma di fatto sposandone il contenuto, che ha postato anche sul suo profilo, aperto al pubblico). La cosa non ha lasciato indifferenti diverse associazioni Lgbt che hanno diramato un comunicato congiunto su quanto accaduto.
«Ancora una volta si diffamano i Pride e il movimento LGBT+ associandoli alla pedofilia. Siamo abituati a sentire queste argomentazioni da parte della peggior destra bigotta, ma sentirle da chi si sente parte di un movimento femminista (e senza che il citato movimento ne prenda le distanze, peraltro) fa ancora più male». Il comunicato è firmato dal Circolo Mario Mieli – Roma Pride, dal Coordinamento Torino Pride, da Omphalos LGBTI – Perugia Pride e da ARC – Sardegna Pride. Non si registra al momento nessuna moderazione riguardo a quei contenuti diffamatori da parte di chi gestisce la pagina. Va detto, invece, che diverse utenti hanno invece rigettato il contenuto di quella condivisione, bollandolo come delirio.
«Utilizzare contro la comunità LGBT+ la stessa violenza che il maschilismo utilizza contro le donne è un gesto che qualifica chi lo compie» continua il comunicato. «Noi restiamo dalla parte dei diritti e della dignità di tutte e tutti e continuiamo a combattere per tutte le persone perseguitate da una società ancora troppo omolesbobitransfobica e maschilista con orgoglio. Questo è il significato del Pride». Quel contenuto, insomma, non va giù a chi si spende anima e corpo – in un contesto come quello odierno, per altro – contro i discorsi d’odio, secondo un approccio intersezionale. Discorsi d’odio che hanno come vittime non solo le minoranze sessuali, ma anche le donne stesse.
Le tre associazioni Lgbt+ e il coordinamento torinese dichiarano ancora che «è per l’amore e l’orgoglio che proviamo nei confronti della nostra storia, del nostro lavoro e della nostra comunità che abbiamo scelto di difenderci da questi insulti». Continuando: «Per questo chiameremo a rispondere nelle sedi giudiziarie chi vuole infangare e diffamare noi, le nostre famiglie e i nostri bellissimi Pride». Nella speranza che chi gestisce quel gruppo prenda atto dell’enormità della sua stessa presenza in quello spazio. Spazio in cui si trova un certo tipo di insulti contro il mondo Lgbt+.
Aggiornamento delle 19.18: «Anche il Comitato Padova Pride nelle prossime ore procederà alla denuncia per diffamazione» dell’utente. Così in un comunicato pubblicato su Facebook.
Ultimo aggiornamento: la pagina ha ufficialmente preso le distanze dal post incriminato, l’8 luglio, a tarda serata.
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