Elly Schlein ha vinto le primarie del Partito Democratico, contro l’altro sfidante Stefano Bonaccini. Una vittoria per nulla scontata, sia perché la rappresentante dem era vista come outsider – era precedentemente uscita dal Pd di Renzi, per poi rientrarvi per la corsa a segretaria – sia perché il voto dei circoli aveva indicato un risultato nettamente opposto.
Eppure, il secondo turno aperto delle primarie – nel quale può votare quella parte dell’elettorato non necessariamente iscritta al partito – ha ribaltato ogni previsione. Elly Schlein è la prima donna a diventare segretaria del Pd (lei usa il femminile) attualmente la maggiore forza di opposizione presente in parlamento. E nel suo discorso, subito dopo la proclamazione della sua vittoria, ha promesso che darà filo da torcere al governo di estrema destra presieduto da Giorgia Meloni.
Da subito, durante lo spoglio, è emerso il vantaggio della neosegretaria sul suo sfidante. Quindi, quando era stato già scrutinato l’80% delle schede, è arrivata la conferma (non era possibile, infatti, una rimonta di Bonaccini). Il governatore dell’Emilia Romagna si è subito congratulato con Elly Schlein, mettendosi a sua disposizione per la costruzione del nuovo Pd. Mostrando rispetto per l’avversaria e per lo stesso partito. Molte gli allarmismi, infatti, di chi vedeva nella vittoria di Schlein il rischio di una scissione a destra del partito.
Il Pd, infatti, con Schlein “rischia” di virare a sinistra come mai nella sua storia. E con questa vittoria la neosegretaria ha già collezionato un bel po’ di primati. Prima donna, dichiaratamente bisessuale, prima leader nata fuori dall’Italia, prima ad aver ribaltato l’indicazione dei circoli. E prima leader emersa in Italia – per quanto riguarda la guida di un grande partito – da una grande consultazione popolare (Meloni ha fondato FdI, nel 2014, e da allora lo presiede).
Certo, molte sono le sfide che attendono la nuova segretaria. Dalla gestione di un partito di fatto diviso in due, alla riorganizzazione dell’opposizione attorno a un progetto comune. Grande, tuttavia, è la speranza di chi l’ha votata, come possiamo leggere sui social dove sono moltissimi i commenti entusiastici per la sua elezione. Solo il tempo darà risposte, ma il compito è oggettivamente arduo.
E arrivano i primi commenti anche dal mondo Lgbt+, che molto ha creduto in questa candidatura. «Congratulazioni a @ellyesse per la vittoria delle #primariepd2023 e un sentito augurio di buon lavoro. Finalmente una donna femminista e #queer alla testa del @pdnetwork, con cui desideriamo instaurare sin da subito un felice dialogo sui temi della comunità #LGBTQIA+» così su Twitter il Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli.
«Le primarie Pd hanno dato un’indicazione chiara sul tema dei diritti civili con la vittoria di Elly Schlein, oltre a tracciare un profilo nuovo per questa forza politica» dichiara su Facebook Rosario Coco, Presidente di Gaynet, subito dopo l’esito elettorale. «Shlein» dice ancora «si è espressa in modo chiaro su uguaglianza LGBT+, cannabis, fine vita».
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