Il Comitato Consultivo Nazionale d’Etica (CCNE) ha aperto alla procreazione medicalmente assistita (PMA) per le donne single e per le coppie lesbiche. Un parere, quello espresso, che si attendeva dal 2013, anno in cui venne sancito il marriage pour tous (il matrimonio egualitario) e in cui lo stesso Comitato decise di non esprimersi sui temi relativi alla genitorialità, congelando il giudizio.
Una questione di libertà e uguaglianza
Diversi i punti qualificanti della nota del CCNE: innanzi tutto, viene riconosciuto il desiderio di maternità a prescindere da situazioni legate all’infertilità di chi vuole ricorrere alla maternità assistita. Tale desiderio deve essere quindi garantito a quelle donne single e alle coppie lesbiche che vogliono figli. L’accesso alla PMA, si legge ancora, «s’iscrive nella rivendicazione della libertà e dell’uguaglianza nell’accesso delle tecniche» procreative. Un decisivo passo in avanti, in questa direzione.
La disconnessione tra procreazione e filiazione
Un altro aspetto di primaria rilevanza sta nel passo in cui si sottolinea «una disconnessione evidente tra la sessualità e la procreazione tra procreazione e filiazione» in quanto «esso modifica profondamente il rapporto del bambino al suo ambiente familiare, in termini di punti di riferimento familiari» concentrandosi per adesso sulla «mancanza del padre istituzionalizzata ab initio». Un elemento importantissimo, questo, perché scardina il concetto di famiglia come luogo in cui deve esserci necessariamente la presenza di due genitori di sesso differente.
La reazione di Manif pour tous
Quest’ultimo passaggio, infatti, ha provocato la reazione di Manif pour tous, il movimento che si è sempre opposto al matrimonio egualitario e che adesso promette di dare battaglia anche su questo fronte. L’organizzazione francese, infatti, ha invitato Macron a non aprire un dibattito su questo tema, ritenendolo divisivo per le coscienze dei francesi. Per l’organizzazione contraria ai diritti delle coppie dello stesso sesso oltre il 70% dei connazionali si dice contraria a questo tipo di intervento. Il documento del CCNE scontenta, quindi, le istanze degli omofobi, che invece devono essersi sentiti alleggeriti nel passaggio in cui si mantiene la contrarietà contro la Gpa, ritenuta una condizione di violenza e mercificazione contro le donne portatrici.
Le divisioni interne al Comitato
L’argomento ha procurato un dibattito anche all’interno del CCNE, in cui un terzo dei suoi componenti si è detto contrario e ha dichiarato di preferire lo status quo, ovvero di permettere la PMA solo alle coppie eterosessuali. I punti di conflitto registrati sono sulle conseguenze sul bambino, i rischio di mercificazione della pratica e le condizioni di fattibilità. Il parere del Comitato, quindi, tiene conto di questi elementi suggerendo che siano studiate e definite le condizioni d’accesso, distinguendo le situazione differenti tra donne in coppia e single, mantenendo anche il principio di gratuità del “dono”. Alcuni dubbi emergono anche sui costi, che ricadrebbero anche sul servizio sanitario.
L’auspicio di Macron per scelte condivise
Emmanuel Macron, dal canto suo, già in campagna elettorale si era detto a favore dell’estensione della PMA alle single e alle donne lesbiche, precisando che attendeva proprio la decisione del CCNE «per poter costruire un consenso quanto più largo possibile». Il Comitato, alla fine, si è espresso. Nel frattempo, altre organizzazioni si pronunciano in merito. SOS Homophobie saluta il pronunciamento come un passo in avanti per tutte le mamme e, insieme all’Haut conseil à l’égalité entre les femmes et les hommes (Alto consiglio per l’uguaglianza tra uomini e donne) auspica che ad esso segua un rapido adeguamento legislativo.