Una toppa peggiore del buco. Così potremmo commentare la nota di Radio Globo in risposta alle polemiche di questi giorni sulle affermazioni, al The Morning Show, di Roberto Marchetti. Il presentatore aveva dichiarato: «Io personalmente, nel momento in cui vedo due uomini che si baciano, probabilmente perché mi immedesimo nella scena che vedo, provo un senso di ribrezzo». Parole che hanno suscitato molte polemiche da parte del pubblico e della comunità e delle associazioni Lgbt.
Richiamandosi all’articolo 3 della Costituzione – che evidentemente in radio non hanno letto o di cui, in alternativa, non hanno compreso il contenuto – la nota riporta: «Radio Globo garantisce a chiunque, sia ai suoi conduttori che ai suoi ascoltatori, in particolar modo all’interno del programma The Morning Show, il cui claim è “Senza Censura”, proprio a caratterizzare il taglio irriverente e “politically scorrect” del programma stesso, la libera espressione delle opinioni e sensibilità personali, anche se la Radio non le condividesse».
Ma non finisce qui. L’emittente registra le reazioni da parte del pubblico e della società civile quasi sorprendendosi della levata di scudi. Rilanciando: «Radio Globo non intende privare nessuno della possibilità di esprimere le proprie opinioni e sensazioni personali e i suoi microfoni restano a disposizione di chiunque voglia manifestare il proprio dissenso, nel rispetto di un confronto dai toni all’altezza di una società civile». La radio fa sapere, altresì, di aver concesso alle “associazioni di categoria” – forse alludono alle associazioni Lgbt – di poter manifestare il proprio dissenso in onda.
Rifacendosi, insomma, a un non meglio identificato e arbitrario diritto di opinione, l’emittente esprime la sua preoccupazione per alcune esternazioni violente: «Emblematico, e ci teniamo a sottolinearlo, è il comportamento di un utente che l’Emittente ha provveduto a identificare» si legge ancora, «e che ha testualmente scritto nei messaggi privati della pagina Facebook ufficiale di Radio Globo quanto segue: “Ve facciamo Charlie Hebdo 2.0 merde”».
Insomma, invece di avviare una riflessione profonda sul perché di tanto clamore – cosa che dovrebbe venire in automatico, soprattutto se si dice di voler avere confronti dai toni civili – la radio veste i panni della vittima della situazione. Premesso che minacce e atti violenti non rientrano nella dinamica e nella prassi politica della comunità e del movimento Lgbt, notoriamente non violento, gli editori di Radio Globo dimostrano di non capire (o di non voler capire) che un certo tipo di affermazioni non rientra nell’ambito delle opinioni, ma degli insulti. E la nostra Costituzione, citata a sproposito, non garantisce la libertà di offendere nessuno.
Proviamo a spiegarglielo, allora, a Marchetti & co. Se si dicesse: «Ascoltare le trasmissioni di Radio Globo mi farebbe schifo» suonerebbe male, vero? E ancora: che al conduttore del The Morning Show non piaccia immedesimarsi in due uomini che si baciano, fatti suoi. Nemmeno dentro la nostra comunità i gay impazziscono all’idea di amoreggiare con una ragazza. Né le lesbiche di andare con i maschi. De gustibus (è latino). Ma da qui a dire di provare ribrezzo c’è la stessa distanza culturale tra dire “non sono ebreo” a “i giudei nei forni”. Ed è non cogliere questa differenza che rende certe dichiarazioni, sic et simpliciter (sempre latino, Marchetti), da trogloditi.
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