E’ di pochi giorni fa la notizia che la sottosegretaria Rauti e il senatore Malan, entrambi di Fratelli d’Italia, hanno ripresentato la proposta di legge che mira a modificare l’art. 12 della legge 40/2004 e punire chi effettua un percorso di GPA (Gestazione Per Altre/i o maternità surrogata) all’estero.
Nella scorsa legislatura, infatti, la Commissione Giustizia della Camera aveva adottato il testo base della legge che proponeva di perseguire la maternità surrogata anche se effettuata all’estero adottando come testo base le proposte di legge di Giorgia Meloni e di Mara Carfagna.
In Italia la gestazione per altri/e è, ad oggi, vietata dall’art.12 della legge 40/2004. La pena per chi viola la legge prevede la reclusione da 3 mesi a 2 anni e la multa da 600.000 a un milione di euro. Questo vale nel caso in cui si proceda ad una maternità surrogata in Italia. La proposta di legge presentata, invece, prevede che «le pene si applicano anche se il fatto è commesso all’estero».
L’estensione, però, è stata giudicata inapplicabile dai maggiori esperti di diritto penale e costituzionale.
L’art. 7 del codice penale, infatti, individua in modo puntuale quali siano i reati che giustificano l’intervento del sistema penale italiano anche se il aftto accade all’estero. In alternativa ai reati puntualmente elencati prevede che, per quelli che abbiano un’offensività “universale” siano previste convenzioni internazionali.
Non può esistere quello che dalla destra viene definito “reato universale” se una condotta non è considerata reato anche nel paese in cui si compie. E’ il caso della gpa, ad esempio, in Canada. E non è immaginabile che questi Stati possano o vogliano firmare convenzioni internazionali per la punibilità di condotte che le loro leggi autorizzano.
Così come presentata, dunque, la proposta di legge sembra destinata a non trovare luce o comunque applicazione. Appare, dunque, soprattutto una mossa politica e propagandistica. Ciò che preoccupa è l’indice di aggressività su certi temi di una parte politica oggi al Governo.
Al di là di questa proposta di legge che immaginiamo (e speriamo) non passerà, infatti, è evidente come in Italia ci sia un sentimento negativo nei confronti della pratica della GPA.
Questo è stato confermato dalla recentissima Sentenza di Cassazione a Sezioni Unite 38162 del 2022. La corte, richiamando la precedente Sentenza Cass SU 12193/2019 e ritenendo che ci sia un problema di ordine pubblico nella pratica di GPA, conferma che in Italia si possa trascrivere il certificato di nascita di un bambino nato con gpa solo con il genitore genitore biologico.
C’è da capire se i Tribunali si adegueranno a questa decisione o se, come in passato, alcuni decideranno di distaccarsene. E’ quello che è accaduto a Milano dopo la sentenza che ha permesso al Sindaco Sala di riprendere a trascrivere i certificati di nascita con doppia paternità. Va ricordato che un gruppo di femministe ha di recente presentato un esposto in Procura e in Prefettura, attenzionando anche il Ministro Piantedosi, contro la decisione di Sala.
Più di recente anche i Tribunali di Bari e di Ferrara hanno aperto una breccia contro la decisione delle Sezioni Unite. Si tratta, però, di posizioni minoritarie rispetto all’intero panorama giurisprudenziale, che comunque ci si augura possano aprire un varco.
La strada segnata dalla Corte di Cassazione è quella della stepchild adoption. E’ una strada più lunga e tortuosa, e sicuramente più ingiusta e discriminante, ma ad oggi la più certa e sicura.
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