Era in vacanza a Catania, con alcuni amici. Non conoscendo i ristoranti della città, si era affidato a Tripadvisor, come molte persone fanno quando sono in luoghi che non conoscono. Così Umberto, genovese di 32 anni, è finito all’Osteria “Il Bell’Antonio”, per via dei tanti commenti positivi registrati sul portale dei viaggiatori.
La sua esperienza, però, non è stata piacevole come quella raccontata nei commenti letti. Tornato a casa, da bravo utente della piattaforma, ha scritto la sua recensione. Non buona, per due ragioni soprattutto: i lunghissimi tempi di attesa e la scortesia dei camerieri. Comprensibilmente non soddisfatto della recensione, il gestore del locale ha, però, risposto offendendo Umberto e usando il suo orientamento sessuale per attaccarlo.
Dopo le case vacanze che non accettano “gay e animali” e gli stabilimenti balneari dove non ci si può abbracciare, dunque, è il turno del ristorante che se ti lamenti del servizio ti dà della “checca impazzita”.
“Ricordo i tempi educati in cui IL CLIENTE HA SEMPRE RAGIONE – continua il genovese -, e la capacità di scusarsi per l’attesa era di default nel lavoro di un responsabile di sala, in generale, di chi lavora a contatto con il pubblico. Due dei tre primi, ben impiattati, serviti dai camerieri passando davanti ai commensali, buoni ma estremamente salati, e forse, troppo al dente, pur comprendendo la particolarità della pasta di Gragnano, ma certamente a discrezione del cliente. L’altro primo molto buono.
Ristorante terribilmente sopravvalutato, consiglio caldamente di leggere l’ingiustificata maleducazione nelle risposte alle recensioni di altri clienti per avere un termine di confronto con la realtà di questo posto.
I ristoranti di “alto” livello devono garantire alta qualità da ogni punto di vista, dal cibo al servizio, dalla cortesia alla mise en place. Prezzo lievemente alto”.
Come dicevamo, è comprensibile che il proprietario del locale non sia stato felice della recensione, ma da qui ad insultare l’ormai ex cliente su una piattaforma pubblica usando, per di più, il suo orientamento sessuale corre la stessa distanza che c’è tra un ristorante a cui si dà un’altra chance e uno nel quale si sconsiglia a chiunque di andare. La risposta alla recensione non si fa attendere. Eccola:
Un misto di omofobia e razzismo che non è passato ovviamente inosservato. La notizia è finita sui giornali nazionali (tra cui Il Secolo XIX, il quotidiano di Genova) ed ha fatto il giro del web. Al Secolo Umberto ha dichiarato di essere scioccato per la risposta.
“Cosa c’entra il mio orientamento sessuale col piatto di pesce? Mica mi sono messo a ballare YMCA dei Village People sui tavoli” ha dichiarato. E poi ha rivolto un appello a Trpadvisor: “Penso che dovrebbe tutelare tutti, sia i ristoratori che i recensori – spiega – da qualsiasi tipo di aggressione: questa è discriminazione sessuale, non esistono altre definizioni. Dal portale mi aspettavo la cancellazione del commento, che è arrivata dopo una settimana, dal ristoratore. Le scuse che invece sto ancora aspettando: posso capire di essere sembrato pretenzioso ma bastava dire che non capisco nulla della preparazione dei cibi e dei tempi di attesa. Un attacco alle mie preferenze sessuali non ha senso e non è giustificabile in nessun modo: sto valutando una querela per evitare che altri debbano essere essere umiliati in questo modo greve”.
La risposta del ristoratore, infatti, non c’è più, mentre si può ancora leggere la recensione di Umberto. Chi gestisce l’account del ristorante l’ha cancellata: troppo tardi, però.
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