Si chiama Refuge Lgbt ed è la prima casa italiana che accoglierà persone della comunità arcobaleno vittime di violenza, fornendo anche assistenza legale e supporto psicologico. Un’idea che riprende il progetto dell’omonima realtà francese Refuge, che già da diversi anni si occupa di ospitare nei propri centri di accoglienza quelle persone della gay community che hanno sperimentato discriminazioni a causa della propria identità sessuale.
L’inaugurazione del centro, avvenuta il 13 luglio, è stata salutata con grande entusiasmo dal presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, che ha dichiarato: «Questo è un fatto importante che dimostra che si possono cambiare le cose. Ci sono tanti casi di domande dinanzi alle quali lo Stato è totalmente assente e io sono molto contento che in questo caso il Lazio sia all’avanguardia riuscendo a colmare un vuoto».
«Un luogo quasi d’altri tempi, nascosto in una bella periferia romana, dove sempre di stare quasi in un piccolo paese. Fuori dal caos della metropoli, dal troppo traffico e dalle sue “brutture”» si legge su Repubblica.it, che tra i primi media nazionali ha diffuso la notizia. Un contesto rassicurante, con quattro camere e fino a dodici posti letto, luoghi comuni per socializzare e una stanza destinata all’operatore che si occuperà della gestione della casa. «Proprio un bel posto da dove poter ricominciare la propria vita».
Il progetto è nato grazie alla sinergia di realtà quali Croce Rossa Italiana, Gay Center e grazie al supporto della Regione Lazio, della Città Metropolitana di Roma e della Chiesa Valdese. Una realtà che all’estero conta già diverse strutture e che migliorerà la vita di molte persone. La vita di chi – dopo le ingiustizie subite a causa dell’ignoranza e della brutalità di chi non riesce ancora a comprendere che “diverso” non è sinonimo di “nemico” – ha diritto a una nuova chance e a un nuovo inizio.