Insulti, minacce e gesti osceni ai danni di una ragazza trans sabato scorso a Reggio Emilia. Un episodio di transfobia che si è concluso solo con l’intervento delle forze dell’ordine.
L’attacco è avvenuto sabato pomeriggio, davanti all’Urp del comune di Reggio Emilia, dove volontarie e volontari di Arcigay Gioconda e della Ausl stavano promuovendo una campagna di prevenzione contro l’Hiv. La ragazza, 22enne, indossava come gli altri la pettorina “volontario test hiv”.
È proprio nella centralissima via Farini, intorno alle 15, che il grave episodio è avvenuto. «Due uomini, italiani sui 35 anni, si sono seduti nella distesa di un vicino bar, scegliendo l’unico tavolo posizionato di fronte allo stand – racconta il presidente di Arcigay Gioconda Alberto Nicolini, arrivato poco dopo –. I due sconosciuti hanno cominciato a prendere di mira la ragazza trans, chiedendo a voce sempre più alta “ma sei un uomo o una donna?” e hanno lanciato offese (“trans di merda”) toccandosi l’inguine».
A nulla sono serviti i tentativi dei volontari di intimare ai due uomini di smetterla. Anzi, la situazione sarebbe peggiorata con uno dei due che, inalberatosi, si sarebbe avvicinato con fare minaccioso. A quel punto la ragazza e gli altri volontari hanno cercato riparo negli uffici comunali allertando le forze dell’ordine.
Alla Gazzetta di Reggio, Alberto Nicolini, ha raccontato che le offese sarebbero state estese anche ai poliziotti che si sono limitati a prendere le generalità dei due aggressori che poi se ne sarebbero andati.
La ragazza, comprensibilmente scossa, è tornata a casa, sostituita dallo stesso Nicolini: «Valuteremo se sporgere denuncia. L’accaduto però è significativo di quello che può succedere a una studentessa trans a Reggio, con tanto di pettorina da volontaria. Un episodio rappresentativo del clima attuale, anche nella nostra città solitamente tranquilla. Tra l’altro c’erano molte persone: alcuni adulti erano pronti a intervenire, mentre ragazzini ridevano, non comprendendo la gravità. Chiediamo al sindaco Luca Vecchi di convocare e presiedere di persona il tavolo contro l’omotransnegatività promesso nella scorsa consigliatura».
Sentito questa mattina da Gaypost Alberto Nicolini ha confermato che la possibilità di denunciare i due uomini è attualmente al vaglio sia dei volontari coinvolti che dell’avvocato: «Non c’è stato contatto fisico, solo ingiurie pubbliche, ma a sfondo transfobico, che come sappiamo non sono esattamente coperte dalla legge italiana».
Nicolini racconta che sia la ragazza trans che l’altro volontario coinvolto stanno bene, anche se molto arrabbiati per l’accaduto. Rabbia condivisa anche dal personale medico presente.
«Il fatto che sia accaduto proprio di fianco al comune, in pieno centro al sabato pomeriggio dà la misura della gravità dell’accaduto» conclude il presidente di Arcigay.
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