Campagna elettorale di fuoco, in Sicilia, dove i quattro candidati si mostrano più che agguerriti per cercare di vincere la poltrona di governatore dell’isola. L’esito delle elezioni regionali è quanto mai incerto e i sondaggi sono sempre più ballerini. Per questa ragione continuano gli incontri elettorali dei vari leader, al fine di assicurarsi fette sempre più consistenti di elettorato. Uno di loro, Nello Musumeci – in gara per le file della destra con la lista “Diventerà bellissima” – ha deciso di dialogare con l’ala più retriva della nostra società: quella dei movimenti omofobi e no gender.
L’incontro con Gandolfini
Oggi pomeriggio, infatti, all’Hotel Mercure di Catania si terrà in convegno “Accendiamo il futuro – Insieme per la famiglia”. Un titolo che già dalla declinazione solo al singolare del termine “famiglia” farebbe venire qualche sospetto sul modello escludente che ha il candidato governatore delle relazioni familiari. Se poi vediamo chi saranno coloro che interverranno, i dubbi diventano solide certezze: si incontreranno infatti il senatore Gaetano Quagliarello, tra i più fieri oppositori della legge sulle unioni civili, e niente meno che Massimo Gandolfini, animatore del Family day e portavoce del comitato Difendiamo i nostri figli.
La destra siciliana, una realtà retriva
Una scelta precisa, insomma, che pone ancora una volta la destra siciliana tra le realtà politiche più retrive del panorama nazionale e che va contro la pari dignità di tutte le persone, anche quelle Lgbt. Convegno che ha già creato diversi mal di pancia, dentro la comunità Lgbt dell’isola. Daniela Tomasino, infatti, scrive sul suo profilo Facebook: «È da anni che sento di Musumeci, attuale candidato della destra come presidente della Regione Siciliana, che è “una gran brava persona”. Non lo metto in dubbio» scrive l’ex presidente di Arcigay Palermo, che continua: «Ma se io fossi “una gran brava persona” […] non parteciperei ad incontri “in difesa della famiglia tradizionale”, ovvero incontri omofobi organizzati da fondamentalisti contro i diritti delle persone Lgbt».
L’appello di Arcigay Catania
Proprio da Catania, intanto, arrivano le più vibranti proteste contro questo incontro: «Apprendiamo che il candidato Musumeci del centro destra parteciperà a un dibattito […] insieme a Massimo Gandolfini» si legge sulla pagina Facebook di Arcigay Catania. «Gandolfini è stato già querelato da Arcigay per le sue affermazioni diffamatorie nei nostri confronti avendo sostenuto che la nostra associazione approva la pedofilia» ricorda ancora il comitato etneo, che fa una richiesta specifica insieme agli altri comitati della Sicilia: si chiede infatti «al candidato Musumeci di non prendere parte al citato dibattito rifiutando l’incontro con Gandolfini, sodale di Mario Adinolfi già ben conosciuto per le sue posizioni omofobe oltranziste e, aggiungiamo, anche risibili».
Caravini: “Musumeci da tempo contro le realtà Lgbt”
Armando Caravini, presindente del comitato di Siracusa, fa notare che la scelta di Musumeci si colloca all’interno di un percorso già chiaro quando l’esponente della destra era all’opposizione della giunta Crocetta: «Si è sempre detto contrario ai nostri diritti e si è opposto al registro regionale sulle unioni civili e alla legge regionale contro l’omofobia, per altro mai approvata sotto l’attuale governatore». In effetti, le sue posizioni sulle coppie gay non sono mai state particolarmente benevole: «Una coppia di persone gay non può essere chiamata famiglia», aveva dichiarato il politico, nel 2014. Caravini fa presente che la sua associazione ha annullato tutti gli incontri con i candidati e le persone vicine al leader della destra.
Stonewall Siracusa: “Politica fatta contro di noi”
Malcontento che troviamo anche nel mondo delle associazioni Lgbt indipendenti. Sempre a Siracusa, il presidente dell’associazione Stonewall Glbt, Alessandro Bottaro, dichiara: «Musumeci sta facendo una campagna elettorale che esclude una fetta di elettorato» quella rappresentata dal popolo arcobaleno. «Non ci sentiamo di condividere questa scelta, frutto di una politica fatta contro qualcuno. Musumeci dimostra di voler distruggere una fetta di diritti che altri sono riusciti a costruire, con lo scopo di assicurarsi il voto di chi crede alla bufala del gender» ricorda ancora.
Agedo: “Noi genitori non ci sentiamo rappresentati”
Sulla stessa linea di pensiero la ragusana Anna Battaglia, mamma Agedo: «Musumeci è il rappresentante di quella politica italiana che si allea con la parte omofoba per raccogliere voti. Ciò incide negativamente sul cammino dei diritti di tutti i cittadini». Una scelta, quella del leader di Diventerà Bellissima, in cui non ci si può riconoscere: «Da madre chiedo alla politica siciliana di portare avanti un percorso di giustizia nei confronti di tutti, soprattutto di dare una testimonianza favorevole alle minoranze. Per questo non mi sento di certo rappresentata dalla scelta di incontrare Gandolfini».
Try Chanching: “Usiamo bene l’arma del voto”
Vanni Mezzasalma, presidente dell’associazione Try Changing di Ragusa, mette in guardia: «In una situazione di assoluto caos elettorale, i candidati sono pronti a raccattare qualsiasi voto, ma non possiamo accettare passivamente che si sfrutti l’odio e la discriminazione» per raggiungere il proprio scopo. Mezzasalma ricorda che «la Sicilia è la casa delle diversità» e lancia un appello: «Speriamo che i siciliani capiscano il momento storico che siamo vivendo, un momento in cui si rischia di dar sfogo all’odio dei movimenti estremisti». E fornisce la soluzione al male: «Abbiamo il voto, come arma. Usiamolo adeguatamente».