Lecce avrà il suo registro alias. È quanto si apprende dopo il voto di ieri, al consiglio comunale della città pugliese. «Nella seduta di ieri» si apprende sul sito del Comune «è stata votata la mozione, proposta da Lecce Città Pubblica e condivisa con i gruppi consiliari dell’intera maggioranza, che impegna il governo cittadino a istituire entro tre mesi il Registro per il riconoscimento del genere di elezione, il cosiddetto Registro Alias».
Il registro alias è una misura che permette di armonizzare il sesso dei documenti alla propria identità di genere, a livello burocratico-amministrativo. «In Italia, nonostante le numerose sollecitazioni arrivate dall’Unione Europea e dalla Corte di Cassazione, le persone transgender sono costrette a vivere in un limbo giuridico con documenti incongruenti con l’aspetto esteriore e l’identità sociale, mantenendo il nome anagrafico e il sesso di origine fino alla conclusione della procedura giudiziale di rettificazione anagrafica» si può leggere ancora. «Questa discrepanza comporta la negazione dell’identità personale e di alcuni diritti essenziali, come il diritto di cittadinanza e quello di voto, visto che un decreto del Presidente della Repubblica del 1967 impone file ai seggi “distinte per uomini e donne”». Discrepanza che la nuova normativa vuole rimuovere.
Soddisfatta l’assessora alle Pari opportunità, Silvia Miglietta: «La settimana che finirà con il Salento Pride a Lecce inizia con l’approvazione di questa importante mozione che impegna il governo all’istituzione del registro Alias per le persone transgender». Per Miglietta il riconoscimento pubblico della propria identità di genere «è un passaggio di civiltà». Passaggio «che, nell’attesa di una legge nazionale non più rinviabile, serve a migliorare la qualità della vita delle persone transgender e non binarie». Le quali, diversamente, «si sentono private di alcuni diritti di cittadinanza essenziali». L’esponente cittadina ringrazia inoltre la consigliera Monica Romano, per aver fatto da apripista a Milano. Lecce diviene così seconda città d’Italia a dotarsi di uno strumento siffatto.
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