“In questo momento non ci sono i numeri” in Parlamento per intervenire sulle adozioni. A dirlo è Matteo Renzi in persona, ospite questa sera di Porta a porta, puntata durante la quale si parlerà della legge sulle unioni civili appena approvata. Anche per le coppie eterosessuali c’è un “sistema complicatissimo, farraginoso. Di fronte a questo tema mi piacerebbe che si potesse discutere serenamente: se si poteva fare in questa legislatura l’avremmo già fatta. Vedremo se cambierà qualcosa da qui al 2018 ma la mia preoccupazione adesso è valorizzare quello che si è fatto”. La promessa fatta all’indomani dello stralcio delle stepchild adoption, durante il dibattito in Senato, quindi, è già stata accantonata. Aver tolto l’adozione del figlio del partner dalla legge aveva inferto un duro colpo alla comunità lgbt, specialmente alle coppie gay e lesbiche con figli che si erano viste escludere dalla prima legge italiana sui diritti di gay e lesbiche. In quel frangente, il Pd assicurò che si sarebbe messo mano in tempi brevissimi alla legge sulle adozioni per colmare la lacuna. Ma ora è il premier a confermare quello che era evidente: non ci sono i numeri.Del resto, ad oggi non c’è neanche una proposta del Pd, in tal senso.
Renzi ha continuato spiegando che la reazione della Chiesa alle unioni civili “era attesa. Io rispetto le opinioni di tutti, ma da politico ho giurato sulla Costituzione non sul Vangelo”. E ancora, a proposito delle minacce dei indaci leghisti, oltre che di altri come il candidato a sindaco di Roma Alfio Marchini, di non celebrare le unioni civili, il premier ha dichiarato che “se ci sono modifiche da fare alla legge sulle unioni civili, si vedrà. Un sindaco non è obbligato a celebrare tutti i matrimoni. Se uno non vuol farlo non lo faccia, ma queste sono istituzioni: non è un menu alla carta”. “Sulla stepchild adoption – ha aggiunto tornando sul tema della genitorialità – dobbiamo vedere, non bisogna ideologizzare il tema”.
E sulla questione adozioni gioisce Area Popolare prima per bocca del capogruppo alla Camera Lupi e poi tramite il deputato Gianni Sammarco.
“Dopo la legge sulle unioni civili non ci sarà una legge per le adozioni delle coppie gay. Bene ha fatto il presidente dei deputati di Area popolare Maurizio Lupi a sottolineare le parole del Presidente del Consiglio sull’argomento – ha dichiarato Sammarco -. Il premier Renzi, infatti, ha chiaramente dichiarato che al momento non ci sono le condizioni parlamentari per presentare e per discutere di un provvedimento riguardo le adozioni per le coppie omosessuali. Prendiamo atto del risultato raggiunto con la legge approvata ieri che amplia i diritti civili per le coppie conviventi, etero ed omosessuali, ma l’adozione per le coppie gay è un’altra cosa e per il momento non è in calendario”.
Infine, Renzi risponde a chi, nelle aule parlamentari e nelle piazze del Family Day, ha minacciato ritorsioni elettorali. “Se una legge è giusta la devi fare a dispetto” della contrarietà di alcuni “e se per questo devo pagare le conseguenze in termini elettorali – ha dichiarato -ne pagherò le conseguenze. È così su tutto quello che facciamo”. Se è probabile che il Pd rischia di perdere voti dai cattolici oltranzisti e del centrodestra, però, è anche vero che la legge sulle unioni civili potrebbe favorire il partito del premier nei confronti dell’elettorato di sinistra, deluso dal jobs act e dalla riforma della scuola.