Il Parlamento europeo ha approvato oggi un’importante risoluzione. L’Unione Europea diviene «una “zona di libertà per le persone LGBTIQ». E arriva anche la «denuncia “tutte le forme di violenza e discriminazione fondate sul sesso o sull’orientamento sessuale delle persone». Ancora, nel documento possiamo leggere ferma condanna per «l’omicidio palesemente omofobo di David Polfliet commesso in Belgio» e infine «incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione ai governi e ai parlamenti degli Stati membri nonché al Consiglio, alla Commissione, al Comitato europeo delle regioni e al Comitato economico e sociale europeo». Ma c’è chi storce il naso. E guarda caso si parla di due partiti italiani.
Il contenuto della risoluzione europea
Il testo della risoluzione europa è preceduto, secondo la prassi abituale, da alcune premesse in cui si fa riferimento alla situazione di alcuni paesi membri. Soprattutto, si fa riferimento a quanto accade in Polonia e in Ungheria, dove sono state varate misure discriminatorie nei confronti della comunità arcobaleno. La Polonia soprattutto è citata molte volte. Si punta il dito, nel documento, contro le “Carte regionali dei diritti della famiglia”. Esse si inseriscono «in un contesto più ampio di crescenti discriminazioni e attacchi contro la comunità LGBTIQ» nello stato dell’est europeo. E si fa accenno all’«aumento dei discorsi d’odio da parte delle autorità pubbliche, dei titolari di cariche elettive». Tra cui l’attuale premier polacco.
Deterioramento della democrazia in Polonia
«Il regresso nei confronti delle persone LGBTIQ» si legge ancora «è spesso accompagnato da un più ampio deterioramento della situazione della democrazia, dello Stato di diritto e dei diritti fondamentali». Quindi: «il Parlamento europeo ha espresso profonda preoccupazione in diverse risoluzioni relative al deterioramento dello Stato di diritto in Polonia, in particolare per quanto riguarda l’indipendenza della magistratura e la tutela dei diritti fondamentali». Un documento durissimo, insomma, contro la politica polacca. Sotto attacco, ancora, le zone libere dalle persone Lgbt+ presenti nell’est del paese.
La situazione in Ungheria
Nella risoluzione si fa presente che «gli sviluppi giuridici in Ungheria hanno gravemente ostacolato i diritti fondamentali delle persone LGBTIQ». Tra i provvedimenti contestati, quelli che vietano «di fatto il riconoscimento giuridico del genere per le persone transgender e intersessuali in Ungheria». Tali provvedimenti espongono a discriminazioni e violano «il loro diritto alla vita privata». Ancora, «nel dicembre 2020 il parlamento ungherese ha adottato emendamenti costituzionali che limitano ulteriormente i diritti delle persone LGBTIQ, trascurano l’esistenza di persone transgender e non binarie e limitano il loro diritto alla vita familiare, nonché una legge che priverà le coppie non sposate del diritto all’adozione».
Lega e Fdi votano contro la risoluzione
Ad aver votato contro, come riporta Europa Today, Lega e Fratelli d’Italia. «Spiace che, come purtroppo già avvenuto in passato, Bruxelles cerchi di utilizzare un tema nobile come quello dei diritti come strumento per colpire gli avversari politici dell’attuale maggioranza in Ue: questo è un modus operandi che non possiamo condividere» dichiarano alcune eurodeputate leghiste, Annalisa Tardino, Simona Baldassarre e Isabella Tovaglieri,per motivare il loro no alla risoluzione. Europa Today fa notare, ancora, che Fratelli d’Italia «a Bruxelles è alleato del Pis, il partito di governo polacco». Il giornale fa notare, ancora, che la risoluzione «arriva proprio nel giorno della videoconferenza tra Matteo Salvini e il leader polacco Mateusz Morawiecki per parlare di possibili future alleanze politiche in Ue».
L’attacco di Pd e M5S
I gruppi parlamentari del Pd e del M5S attaccano Lega e Fdi: «È una vergogna oltre ogni limite che dimostra per l’ennesima volta il vero volto della compagine salviniana e la loro idea di Europa e di diritti» è la dichiarazione di Brando Benifei, il capodelegazione dem al Parlamento europeo. Gli fa eco Laura Ferrara del M5s: «Lega e Fratelli d’Italia vanno a rimorchio della peggiore destra omofoba rappresentata dai vari Orban e Kaczynski». Una pagina cupa per la destra sovranista italiana, che dimostra ancora la sua lontananza ideologica – attraverso atti concreti – dalla lotta alle discriminazioni.