L’articolo pubblicato da Panorama sui bambini e le bambine trans ha suscitato molte polemiche nella comunità trans e lgbt in generale per il modo con cui affronta il tema, pietistico e patologizzante. Molte sono state le risposte, in questi giorni, di chi si è sentito sotto attacco.
Abbiamo scelto, col consenso dell’autrice, di pubblicare la risposta che Cristina Leo, psicologa e portavoce del Coordinamento Lazio Trans ha scritto su Facebook. Eccola.
Quell’articolo che ferisce
“Sono una delle bambine messe alla gogna dall’articolo di Terry Marocco su Panorama e di Maurizio Belpietro su La Verità, rivista e quotidiano dei quali lo stesso Belpietro è direttore. Non sono fra le persone intervistate da Panorama, ma questo non significa che quell’articolo non abbia ferito anche me, sia perché ha danneggiato persone a me care, sia perché ha procurato dolore a molt@ bambin@ e adolescenti trans e alle loro famiglie. Con un gioco di parole, potremmo dire che affacciandoci su Panorama La verità è alquanto lontana.
Informatevi
Non chiedo che mi vengano fatte le scuse da parte di persone obnubilate dall’inesistente Teoria del Gender. Chiedo però che le stesse si informino su cosa significhi realmente essere delle bambine e dei bambini transgender prima, e degli adulti poi, su cosa significhi crescere in una società in cui, in un modo o nell’altro, ti viene comunicato che tu non dovresti esistere e che sei un “imprevisto”, difficile da gestire per la logica binaria maschio/femmina, sulla quale è strutturata tutta la società italiana.
Una realtà complessa e varia
Se da bambin@ il problema può essere in che bagno andare, da adulti diventa in quale registro votare, o in quale reparto essere ricoverat@. Ovviamente, questo non vale per tutte le persone trans adulte, ma per quelle maggiormente discriminate quelle non binary che scelgono di non completare il percorso di transizione e per quelle che non hanno avuto la rettifica anagrafica. In sintesi, dico a questi sedicenti giornalisti, che la realtà transgender è talmente complessa e varia, che o si è in grado di parlarne seriamente, o è meglio dedicarsi ad altro.
Le foto chiedetele agli adulti
E vorrei ancora aggiungere. Se avete bisogno di foto di bambin@ trans, chiedetele a noi, che siamo adult@, c’è solo il rischio che possiate restare inebetiti davanti a tanta “normalità” e senza parole davanti alle nostre storie. Per questo, corredo questo post di una mia foto da piccol@. Giù le mani dalle nostre bambine e dai nostri bambini, dalle nostre figlie e dai nostri figli. Che siano cisgender o transgender, con le/I bambini non si scherza. Se tocchi un@ di noi, tocchi tutt@.
P.S. Inviterei tutte le persone trans e non, che leggono questo testo a copiarlo sulla propria bacheca, insieme ad una foto della loro infanzia. E chi non può farlo a condividere comunque il mio testo. L’ unione fa la forza. Grazie”.
Cristina Leo, Portavoce del Coordinamento Lazio Trans