Non si placano le polemiche sul caso de Le Rivoltelle, la band di sole donne esclusa dalla festa cittadina di Rossano Calabro per l’orientamento sessuale delle sue componenti. Ad intervenire sono due senatori del Partito democratico, Doris Lo Moro e Sergio Lo Giudice, i quali dichiarano: «Se la notizia di un atto di censura discriminatoria nei confronti del gruppo musicale Le Rivoltelle dovesse essere confermata sarebbe un fatto grave. L’agibilità pubblica di un gruppo musicale è dato dalla qualità della loro musica: se si vogliono valutare risvolti sociali si guardi all’impegno anti ‘ndrangheta, non certo all’orientamento sessuale delle persone».
Una terra, la Calabria, che accanto alla sua bellezza e all’ospitalità della sua gente è famosa anche per i ben noti fatti di criminalità e per alcune processioni troppo ossequiose verso i clan locali della malavita, come le cronache passate hanno più volte denunciato. «L’annullamento dello spettacolo a una festa a Rossano» dicono ancora i due rappresentanti politici «sarebbe legato alla presunta omosessualità delle componenti del gruppo che, a quanto riportato dalla stampa, avrebbe potuto turbare i residenti di fede cattolica. L’energia spesa a puntare il dito contro gay e lesbiche potrebbe essere meglio impiegata nella denuncia delle organizzazioni criminali che hanno martoriato la Calabria».
Un consiglio che non solo è di buon senso, ma che suona come un forte auspicio non solo a cambiare le coscienze dell’intera comunità calabrese ma anche le sue sorti, troppo condizionate da un contesto sociale che in certi suoi settori è largamente compromesso con la criminalità locale. E che aiuterebbe, invece, la parte sana della regione che resiste al malaffare e alle storture che la sua presenza comporta in quei luoghi.