Da attivista per i diritti civili a primo candidato premier apertamente gay della Polonia. Si chiama Robert Biedroń, 42 anni ed è pronto a governare il paese. Già deputato del Sejm fra 2011 e 2014 ed ex sindaco di Slupsk, 100mila abitanti nel Nord Ovest del Paese a pochi chilometri dal Baltico. Robert ha fondato Wiosna, che in polacco vuol dire Primavera. Un partito progressista che sulla scena politica polacca si presenta come “terzo polo” fra il partito conservatore al governo Diritto e giustizia (Pis) e Piattaforma Civica (Po) di centro, all’opposizione.
L’iniziativa di Biedron, coincide con l’inizio della campagna elettorale per il Parlamento europeo, ma il suo sguardo è puntato altrove: in autunno prossimo infatti si svolgeranno le politiche nazionali.
Una sfida non facile in un paese dove il 70% della popolazione pensa che le relazioni gay siano inaccettabili. Un paese sommerso dall’omofobia. Al secondo posto nella classifica dei Paesi europei più omofobi, stilata dall’International Lesbian, Gay, Trans and Intersex Association.
Biedron accetta così la sfida per cambiare il volto del paese. Durante la convenzione di ieri a Varsavia Biedron ha fatto una serie di promesse di natura etica e sociale: garantirà l’aborto su richiesta fino alla dodicesima settimana, la separazione dello Stato dalla Chiesa, il riconoscimento della partnership fra persone dello stesso sesso, la chiusura delle miniere di carbone entro il 2035, pensione minima per tutti da 1600 zloty (380 euro), e la diffusione di internet gratis per tutto il paese. Krzysztof Smieszek, il partner di Biedron, dovrebbe gestire una commissione di giustizia e riconciliazione per punire i politici che hanno violato lo stato di diritto
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