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Roma: non accettano l’omosessualità della figlia e vanno a picchiare la sua fidanzata

Non accettano l’omosessualità della figlia e decidono, nel cuore della notte, di presentarsi dove lei sta trascorrendo la serata con la fidanzata per aggredire quest’ultima. È successo nella notte tra venerdì 23 e sabato 24 settambre al Coming Out storico locale della Gay Street romana.
A raccontare l’accaduto sono diversi testimoni presenti al momento dell’aggressione tra cui un amico delle due ragazze. Secondo il racconto, in tre si sono presentati nel locale intorno alle due di notte e la donna, madre di una delle due ragazze che chiameremo Silvia (nome di fantasia) sferra un violento schiaffo a Francesca (nome di fantasia), la fidanzata di Silvia, esclamando “Tu sei entrata nel nostro mondo e ora io entro le tuo”.

Il Coming Out di Roma

Francesca non capisce cosa stia succedendo perché non conosce la donna. A quel punto scoppia il caos e si avvicina anche il marito della donna in cerca della figlia. Prima si lui, nel locale entra la ragazza che è stata colpita, per avvisare la fidanzata della presenza di quelli che ormai è chiaro sono i genitori. Alcuni clienti del Coming Out cercano di placare gli animi. Silvia è colta da malore per lo stress, ma questo non basta a calmare il padre che continua ad insultarla davanti a tutti. La fidanzata, intanto, continua ad essere oggetto di percosse per la furia dell’uomo che comincia a lanciare tavoli e sedie all’interno del locale, fino ad un pugno allo stomaco della ragazza della figlia. Nonostante il malore, assistita dai suoi amici, la ragazza urla al padre di lasciar predere la sua fidanzata perché “è la cosa più importante della mia vita”. Nel caos, viene chiamata l’ambulanza e in seguito arriverà anche la polizia.

Per Imma Battaglia, storica attivista romana, si tratta è “l’ennesimo atto di follia omofoba che ci fa male al cuore. Che ci fa credere che non basta un unione civile a “normalizzarci” (passateci il termine). Servono politiche sociali e culturali per accompagnare le famiglie ad accogliere e comprendere l’amore dei propri figli omosessuali”. “Serve una scuola che spieghi ed educhi le nuove generazioni – continua -. Serve tanta cultura. Ma serve anche un provvedimento, una Legge”. “Una Legge contro l’Omofobia è doverosa – prosegue Battaglia -, perchè nessuno possa più sentirsi violato nel proprio intimo, nel proprio essere… mai diverso dagli altri e del tutto uguale a se stesso! Perchè di omofobia si muore… e a morire sono in tanti”! “Chiediamo – conclude – e ci aspettiamo che il Presidente del Consiglio Matteo Renzi esprima il suo parere favorevole a riguardo e che attui presto provvedimenti che possano tutelare cittadini onesti che ogni giorno vivono la loro vita nel rispetto della Costituzione Italiana”.

“Atti così gravi non possono passare impuniti – aggiunge Mario Colamarino, presidente del circolo Mario Mieli di Roma, commentando l’accaduto con un post su Facebook -. È arrivato il momento di renderci conto che una legge contro l’omotransfobia non è più rimandabile ma va fatta adesso senza indugio, lavorandoci tutti insieme”.

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