La Gay Street romana si è colorata ancora di più con l’arcobaleno, ieri sera a partire dalle 21:00, in occasione del Roma Pride 2016. Via di San Giovanni in Laterano è stata decorata da una piccola costellazione di luci bianche, mentre dal palco, collocato in direzione frontale rispetto al Colosseo, i ballerini di Muccassassina hanno fatto le prove, di fronte a turisti curiosi che prendevano l’aperitivo o cenavano, nei locali attigui. La strada ha poi cominciato a popolarsi, fino a quando all’ora stabilita si è dato il via alla manifestazione romana, il cui slogan, quest’anno, è “Chi non si accontenta lotta”.
L’edizione 2016, per altro, si arricchisce di patrocini importanti, come quello delle ambasciate degli Stati Uniti, del Canada e Britannica. L’ambasciatore Christopher Prentice ha così motivato l’adesione: «Siamo orgogliosi dell’impegno britannico a sostegno dei diritti e delle libertà delle persone LGBT. Tramite la nostra rete di ambasciate ed altri sedi diplomatiche promuoviamo il rispetto delle differenze e ci impegniamo a combattere tutte le forme di discriminazione, comprese quelle legate all’orientamento sessuale e all’identità di genere».
E non solo, anche il comune di Roma ha aderito, sempre garantendo il patrocinio: «È il riconoscimento istituzionale ai valori alla nostra Manifestazione. La nostra comunità, combattendo stereotipi, discriminazioni per orientamento sessuale e di genere, impegnandosi a 360° contro omofobia e transfobia, contro tutti i bullismi, per una vera cultura delle differenze e dell’inclusione, svolge un ruolo di positivo cambiamento nella nostra società» ha dichiarato il portavoce Sebastiano Secci.
La legge sulle unioni civili, si è detto dal palco sul quale hanno presenziato i/le rappresentanti delle associazioni locali, andava fatta ma è ancora insufficiente, perché ha lasciato fuori i diritti delle famiglie arcobaleno e soprattutto dei loro bambini e bambine. Madrina di questa edizione è Stefania Orlando, che ha tagliato il nastro e che ha dato ufficialmente il via alla manifestazione. Sempre dal palco la presidente del primo municipio, Sabrina Alfonsi, ha salutato le persone presenti e si anche è ricordato che quella è la sede naturale della Gay Croisette, che quest’anno sostituisce il Pride park e che ha in programma una serie di eventi di natura politica, ricreativa e culturale.
Dopo la cerimonia di apertura la serata è continuata con momenti di spettacolo, dalle danze dei ballerini alle gag delle drag queen presenti, fino alla canzone A Troia, in cui si esibita la stessa Stefania Orlando. La serata è proseguita in un clima di festa che ha coinvolto le persone presenti. Tra queste, proprio le famiglie di turisti che sono rimaste prima un po’ sorprese, poi divertite. Anche loro, infatti, si sono lasciate coinvolgere dalla gioia collettiva che ha animato la serata e che ha popolato la Gay Street.
Si profila una settimana ricca e interessante, dal significato politico non indifferente: la comunità romana, infatti, incassa la legge sulle unioni civili ma ci tiene a far sapere che questo deve essere davvero il primo passo e non un contentino o, peggio, un punto d’arrivo. Senza dire grazie a nessuno, e non per ingratitudine, ma perché la politica non deve concedere nulla – i diritti non sono, infatti, una gentile concessione ottriata dall’alto – bensì prendere atto, attraverso il riconoscimento giuridico, delle nostre esistenze e della nostra umanità. Il pride romano è questo: bene quello che c’è già, ma non ci si ferma qui. Non ci si accontenta. La lotta è solo all’inizio, appunto.