Roma, Sapienza: slogan di estrema destra contro il ddl Zan subito ricoperti

Decine di manifesti contro il ddl Zan sono comparsi ieri intorno alla Sapienza, a Roma. A firmarli “Generazione Popolare” organizzazione studentesca di estrema destra vicina a Casa Pound e alla Lega.
«No alla legge Zan, no alle leggi liberticide, no all’ideologia gender, no all’indottrinamento nelle scuole» sono gli slogan usati nei manifesti affissi anche all’interno dell’università romana.
Immediata la reazione dei collettivi queer che i hanno subito ricoperti con altre scritte.

i manifesti affissi alla Sapienza

I manifesti affissi alla Sapienza

Odio ancora presente alla Sapienza

«Leggere queste parole fuori dall’università più grande d’Europa fa male e fa paura, perché è sintomo di una marca d’odio che ancora è presente in università e che viene ben celata all’interno di liste di rappresentanza studentesca che si proclamano apolitiche ma che al loro interno candidano esponenti di gruppi di estrema destra – dichiara in una nota Thomas Clist, membro del collettivo LGBTQIA+ de La Sapienza “Prisma” -. Le idee di questi gruppi evidenziano ancora una volta quanto l’odio fascista e quello omobilesbotransafobico siano interconnessi, due facce della stessa medaglia».

«Da universitarie pensiamo che questa legge, seppur in ritardo di 30 anni, sia estremamente
necessaria – aggiunge Clelia Filesi di Scire – Studentə e Collettivi in Rete -. Le scuole e le università dovrebbero iniziare a parlare di discriminazione, di orientamento sessuale e identità di genere, non per indottrinare, ma per permettere a chi vive queste situazioni di poter studiare senza la paura di essere discriminatə, bullizzatə, picchiatə o addirittura uccisə».

Il clima politico sul ddl Zan

Questo accade mentre in Senato il clima attorno al ddl Zan è tesissimo. Specialmente dopo le mosse di Italia Viva che spinge per una mediazione con la Lega. Una mediazione che eliminerebbe l’identità di genere e gli interventi (facoltativi) nelle scuole.

«Per noi la legge sarebbe assolutamente irricevibile se si eliminasse l’identità di genere – è il commento di Lucia Scaldarella, coordinatrice di Link Sapienza -. Il dibattito che si è creato intorno al Ddl ha completamente messo a margine le voci della comunità LGBTQIA+. Soprattutto quella trans, la quale continua a chiedere che non vengano fatti compromessi al ribasso. Al momento nessuno sta parlando con noi, il dibattito è rimasto all’interno delle aule del senato, senza parlare veramente con chi di questa legge ne ha la necessità».

In queste settimane, i pride di tutta Italia stanno riempendo le strade contro qualsiasi mediazione al ribasso sul ddl Zan e per difendere la legge così com’è. Nel maggio scorso sono state più di 50 le mobilitazioni in tutta Italia per chiedere l’approvazione del Ddl Zan e molto più.

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