News

Roma, sotto sgombero il rifugio per le donne vittime di violenza

Sgombero per Lucha y Siesta, la casa di rifugio per le donne vittima di violenza. Le attiviste che gestiscono la casa hanno ricevuto una lettera dal Tribunale fallimentare. Il 15 settembre ci sarà l’interruzione delle utenze. L’associazione si trova a Cinecittà, in un edifico di proprietà dell’Atac precedentemente in stato di abbandono. Quindi le volontarie lo hanno occupato per garantire alle donne vittime di violenza da parte di compagni o mariti una sistemazione sicura, insieme ai loro figli.

Il comunicato dello sgombero su Facebook

Su Facebook, intanto, la casa rifugio ha pubblicato un comunicato in cui si annuncia la chiusura. «La gravissima decisione» si apprende «ci è stata comunicata ieri con una lettera che annuncia l’interruzione delle utenze per il 15 settembre e l’immediato sgombero dello stabile. È così che Comune, Atac e Tribunale vogliono decretare la fine di una delle esperienze socio-culturali più preziose in città, e la soppressione del Centro e della Casa rifugio per donne che vogliono uscire dalla violenza più grande di Roma e della Regione Lazio».

“Svendita del patrimonio pubblico per favorire gli speculatori”

«La brutale accelerazione delle procedure di sgombero» leggiamo ancora, «nonostante le inconsistenti rassicurazioni dell’ultimo anno […] fa supporre che esista già un acquirente». Nella casa ci sono attualmente 15 donne e 7 bambini. Lucha y Siesta non si lascia intimidire, tuttavia, e punta il dito contro i responsabili: «Il Comune di Roma» da una parte, «che fa della violenza sulle donne una vetrina politica», rimanendo sostanzialmente inattivo nella lotta alla violenza di genere. «Dall’altra l’Atac, affogato dai debiti per una storica cattiva gestione, svende il patrimonio a favore dei soliti noti speculatori».

Mail bombing per sensibilizzare il comune

Durissime le parole della casa rifugio: «La politica ha abdicato alla sua funzione pubblica per nascondersi dietro procedure giudiziarie e burocratiche», preoccupandosi degli interessi di pochi. «Da Lucha y Siesta non ce ne vogliamo andare, perché è necessaria più dell’aria» conclude il comunicato. In un altro post, la casa rifugio lancia un appello: «Chiediamo di attivarvi da questo momento fino alla mezzanotte di stasera 30 agosto con una e-mail da inviare alle istituzioni». Solidale con la realtà femminista Marta Bonafoni, consigliera regionale del Lazio eletta nella Lista Civica Zingaretti, che ha criticato sia l’amministrazione, sia Atac chiedendo alla sindaca Raggi di impedire lo sgombero.

Condividi
Pubblicato da

Articoli recenti

Ritratti di famiglia: uguali diritti per tutte

La famiglie sono tutte diverse. I diritti, invece, devono essere tutti uguali. E' questo il…

4 Novembre 2024

Torino ospiterà l’Europride 2027

La notizia è di pochi minuti fa: Torino ospiterà l'Europride a giugno del 2027. Per…

2 Novembre 2024

“Not a dude” alle Olimpiadi, ma è una bufala transfobica

Una bufala che sta circolando, durante queste Olimpiadi, è quella del “not a dude”. Stanno…

29 Luglio 2024

Olimpiadi 2024, un’apertura dei giochi che più queer non si può

Ammetto che ieri guardavo un po’ distrattamente la cerimonia d’apertura delle Olimpiadi a Parigi. Sono…

27 Luglio 2024

Catania, Comune nega la carriera alias alle persone transgender

Il comune di Catania nega la carriera alias alle persone transgender e non binarie della…

22 Giugno 2024

Ignazio Marino, sei ancora un alleato della comunità LGBTQIA+?

Ce lo ricordiamo tutti, Ignazio Marino, allora sindaco di Roma, che trascrive pubblicamente 16 matrimoni…

12 Giugno 2024