Sarebbero una ventina gli attivisti lgbt arrestati ieri a San Pietroburgo, in Russia, perché protestavano contro le violenze delle autorità Cecene ai danni degli uomini gay, detenuti e torturati in almeno sei prigioni. Gli attivisti manifestavano ai lati della parata ufficiale per il Primo Maggio. Si tratta della prima importante protesta pubblica organizzata in Russia su quanto accade nella repubblica caucasica, parte della Federazione Russa.
Bandiere arcobaleno e cartelli contro le violenze
I fotografi delle agenzie di stampa internazionale hanno immortalato attivisti stesi a terra e avvolti nella bandiera rainbow e in quella cecena. Altri, invece, tenevano cartelli contro le torture in Cecenia. Le fotografie scattate testimoniano anche gli arresti con gli attivisti picchiati a sangue e caricati sui mezzi della polizia.
Tra gli arrestati c’è anche Igor Kochetkov, presidente di Russian LGBT Network, l’associazione moscovita che si sta occupando dell’assistenza alle vittime e dell’evacuazione delle persone in pericolo di vita.
Almeno venti arrestati
Raggiunto al telefono dall’agenzia Reuters, Kochetkov ha dichiarato che sono almeno 20 le persone arrestate. Secondo fonti russe, gli arresti sono stati effettuati perché i manifestanti avrebbero violato le norme che regolamentano le manifestazioni pubbliche, senza specificare come la violazione si sia consumata. In Russia vige una legge “contro la propaganda gay” che vieta manifestazioni pubbliche che abbiano come argomento l’orientamento sessuale e l’identità di genere.