Qualche mese fa scrissi un post dal titolo “Uomini che odiano le donne: mio figlio sarà femminista“.
Ad un certo punto scrivevo: “(…) se avessi una figlia femmina avrei paura. E non tanto e soltanto che possa accaderle qualcosa. Ma soprattutto che questa mia paura possa condizionarmi e condizionarla, farle credere che in qualche modo stia a lei stare attenta per evitare che accada qualcosa di male.
Non ci sarebbe nulla di razionale o logico in questa paura, e proprio per questo pur con tutti gli sforzi forse non riuscirei ad evitarla. Avrei paura perché pur non volendo forse dovrei insegnarle che questa società giustifica le azioni disumane degli uomini mentre al tempo stesso ammonisce e giudica la libertà e il principio di autodeterminazione delle donne.”
Quando scrivevo in realtà sapevo già di aspettare l’arrivo di mia figlia Alice, e quelle parole nella mia testa e sulla tastiera erano come macigni.
Come scrivono le amiche di Non una di meno “la violenza attraversa ogni aspetto dell’esistenza, controlla e addomestica i corpi e le vite delle donne: in famiglia, sui luoghi di lavoro, a scuola, all’università, per strada, di notte, di giorno, negli ospedali, sui media, sul web. La violenza maschile sulle donne può essere affrontata solo con un cambiamento culturale radicale.”
Il continuo perpetrarsi della violenza sulle donne in Italia e nel mondo è un’emergenza non più procrastinabile, e in assenza di risposte concrete da chi ha il dovere di eliminare questo orrore e nell’indifferenza di tante e tanti che non si sentono colpiti in prima persona è giusto manifestare e gridare BASTA.
Per questo domani, sabato 26 novembre 2016, bisogna scendere tutte e tutti insieme in piazza, a Roma.
Ho trovato davvero tristi i tentativi separatisti di alcune veterofemministe che volevano (o forse ancora vorrebbero) impedire agli uomini di partecipare al corteo: le lotte per l’affermazione dei diritti civili si fanno includendo, non escludendo. E validi motivi per scendere in piazza li abbiamo davvero tutte e tutti.
Io e Luca saremo in piazza per Alice. E saremo in piazza anche per mia sorella, e con il pensiero a mia madre che non c’è più.
Saremo alla manifestazione per tutte le donne della nostra famiglia, e per le nostre amiche… e per le donne che conosciamo e persino per quelle che non conosciamo. Per tutte le donne, nessuna esclusa, #nonunadimeno. Saremo in piazza anche per tutti quegli uomini che, come noi, vogliono gridare basta alla violenza sulle donne.
Noi saremo in piazza perché è giusto esserci, e voi ci sarete?