Il 10 gennaio 2016 moriva David Bowie: oggi, 11 gennaio 2021, esce Saetta Rossa, la graphic novel tutta italiana dedicata al “Duca bianco”, per la Panini. «Il giorno in cui si apprende della morte di David Bowie, tutto smette di avere senso e Samuel resta letteralmente paralizzato». Scorre così il tempo e il corpo pietrificato del protagonista si “scongela” centinaia di migliaia di anni dopo, in un futuro distopico in cui tutto è profondamente cambiato. Come?
Samuel è circondato da persone travestite da dinosauri. La società vive in una condizione di benessere globale. Sono state risolte questioni annose legate alla differenza di pensiero, sia essa motivata dall’ideologia o dalla religione. Persino parlare dell’orientamento sessuale non ha più molto senso, perché chiunque può cambiare il proprio corpo e trasformarlo come meglio crede. Tutto ok, dunque? Non proprio, perché questa prospettiva può atterrire lo stesso. E perché Samuel, il protagonista, è rimasto comunque quello di sempre.
Saetta Rossa è stato disegnato e scritto da Marco B. Bucci e Riccardo Atzeni, tutto in acquerello e senza l’ausilio del computer. Gli autori dichiarano, che la presenza del cantante «è nell’atmosfera della storia ed è anche nella crescita del protagonista. Samuel perde le coordinate spazio tempo per la morte di una persona importante e capisce che chi era prima non tornerà più. E qui stava il trasformismo di David Bowie, nella continua ricerca di una nuova personalità quando la precedente perde di significato».
Un fumetto che gioca con la dismorfia, il riconoscersi dentro il proprio genere, il mutamento continuo del sé. «Ho immaginato un mondo» dichiara Bucci «in cui il rapporto con i corpi è complesso. In futuro hanno esplorato tutto questo a fondo e chi non si sente concorde dalla nascita può trovarsi tramite delle modificazioni». Ma non è un cedimento all’estetica. È opera politica, Saetta Rossa: «Ho cercato di parlarne per spiegare che lo si fa non perché si può, ma perché per alcuni è l’unico modo per essere quella diversità che si sentono dentro». Un’opera queer, a ben vedere.
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