Si terrà tra poco meno di un mese, tra il 25 e il 26 maggio, il Salerno Pride. Ma già infuria la polemica per l’avallo delle istituzioni. Rispetto a quanto accaduto a Novara e contrariamente alle dichiarazioni del governatore Fontana, l’amministrazione salernitana ha concesso il patrocinio all’orgoglio arcobaleno, stanziando anche dei fondi. Creando i consueti mal di pancia…
La cifra destinata al Salerno Pride è di 2500 euro, ma la cosa non è andata giù alla destra e ai movimenti cattolici fondamentalisti. Durissima la reazione della Lega, che attacca la manifestazione definendola «di sapore carnevalesco» e che, per gli esponenti del partito di Salvini, «sfilerà per le strade della città nelle prossime settimane mettendo alla berlina chi vive in modo legittimo la propria sessualità, di qualsiasi tipo sia, con rispetto e dignità, nel proprio privato». Seguono le solite sequele di no alle unioni civili, alle adozioni e, naturalmente, al gender.
Toni poco più pacati arrivano dal Popolo della Famiglia, il cui rappresentante Raffaele Adinolfi dichiara: «Siamo sicuri che i cittadini sono contenti di come il sindaco arcobaleno ha deciso di usare i soldi pubblici presi dalle tasche dei salernitani?» Ovviamente anche Adinolfi dice che non ha «nulla contro i gay» e «nulla contro il diritto di manifestare, […] ma decidere di dare soldi pubblici per una manifestazione che di certo non entusiasma tutti e senza nemmeno un confronto pubblico è una scelta di cui il novello Cirinnà salernitano si assume tutte le responsabilità politiche».
Entrambe le forze politiche, insomma, sembrano sapere quale sia il modo più corretto di vivere la sessualità – magari nascondendola – ed entrambe non distinguono tra atti erotici e manifestare senza vergona il proprio orientamento. Ovvero, andare in piazza dichiarando la propria identità sessuale, proprio per ricordare che essere persone Lgbt non è più motivo di stigma e discriminazione. E che tutti e tutte hanno diritto all’uguaglianza. Evidentemente questa notizia, tra leghisti e catto-integralisti, fa fatica a essere metabolizzata.
Curioso, inoltre, che certi personaggi si ricordino dell’aiuto per le famiglie solo quando c’è da negare un aiuto alle persone Lgbt. Quelle stesse che nascono proprio nelle famiglie tradizionali e che sono in grado di metter su la propria, di famiglia, come chiunque altro. Mette più tristezza, invece, che gli argomenti contro il pride ricalchino i soliti, noiosi luoghi comuni. Anche a loro, quindi, consigliamo il nostro prontuario per evitare di apparire non tanto omofobi, quanto prevedibili. E buon orgoglio al popolo salernitano.
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