Brutto scivolone sulla pagina Facebook del Rocci. Il famoso vocabolario di greco, molto conosciuto da chi ha frequentato il liceo classico, ha condiviso qualche giorno fa come immagine di copertina un termine del greco antico, “gineconomo”. Di questa parola si dà anche la spiegazione: «Magistrato in Atene e in altre città greche, ispettore e sorvegliante dei costumi, dell’abbigliamento, delle donne». E fin qui nulla di male. Il dizionario – o meglio, il suo social media manager – non si è limitato a definire l’antica magistratura, ma ha aggiunto: «Dagli antichi greci abbiamo solo da imparare».
La reazione alla copertina del Rocci
Il web, dunque, si è ribellato. Il post è stato considerato sessista e moltissimi i commenti di biasimo per quella condivisione. «Spero che per sera arrivi un sentito comunicato di scuse con annessa rimozione di questa porcheria discriminatoria che ritengo vergognosa», scrive Laura. «Mi dispiace ma credo che questa sia una delle cose che mi sento di NON dover condividere con la Grecia antica. Rabbrividisco solo all’idea che un magistrato debba dirmi come vestirmi o comportarmi in quanto donna» incalza Annalisa. E molti altri i commenti di questo tenore. Anche da parte di diversi uomini.
Come ne Il racconto dell’ancella
La protesta insomma è montata e i responsabili della pagina hanno quindi tolto come copertina l’immagine contestata. «Su gentile richiesta abbiamo rimosso il post che ha urtato molte sensibilità!» si legge adesso, anche se a ben vedere è ancora lì: solo, non è più la copertina della pagina. Resta comunque un po’ d’amaro in bocca. Un’istituzione della nostra cultura dovrebbe stare più attenta a non veicolare messaggi in cui si delineano classifiche e gerarchie, tra esseri umani. E tra donne e uomini. Anche perché c’è già chi ha immaginato un mondo siffatto, in cui terzi controllano costumi, abbigliamento e la libertà della popolazione femminile. Si tratta de Il racconto dell’ancella. E non è un mondo in cui sarebbe bello vivere. Nemmeno per il simpatico SMM del Rocci.