In Australia un disegno di legge potrebbe estendere l’obiezione di coscienza anche alle cure delle persone Lgbt+. Il disegno di legge che il governo Morrison ha proposto e che sarà discusso a Ottobre, in merito alle leggi sulla discriminazione religiosa potrebbe portare medici e infermieri a obbiettare.
EQUALITY AUSTRALIA
Secondo Equality Australia se il disegno sulla discriminazione religiosa diventasse legge sarebbe difficile per ospedali e ambulatori chiedere ai loro impiegati di curare le persone Lgbt+ in maniera equa. Nello specifico potrebbe avere un grosso impatto sulle persone trans che potrebbero vedere limitato o negato l’accesso alle cure ormonali o alle donne lesbiche che potrebbero avere problemi per la somministrazione di cure per la fertilità.
«UNA LEGGE INCOSCIENTE»
Anna Brown, direttrice di Equality Australia ha descritto il disegno di legge sull’obiezione di coscienza «semplicemente incosciente». Poi ha aggiunto che «rischia di far tornare dentro l’armadio – non dichiarate – le persone di colore quando vengono visitate da un medico».
IL DISEGNO DI LEGGE
Ma cosa prevede questo disegno di legge? Dovrebbe andare a specificare quando i professionisti possono opporre una obiezione di coscienza del fornire le cure. Non si tratterebbe solo di aborto o eutanasia. Sempre secondo Equality Australia la nuova legge amplierebbe di molto le maglie dell’obiezione. Le figure professionali interessate sono: medici, infermiere, ostetriche, farmacisti e altri professionisti della salute.
LA RISPOSTA DEL GOVERNO
Secondo le note del governo il disegno di legge specificherebbe che l’obiezione non sarebbe ragionevole o accettata se i medici o chiunque altro la utilizzasse per rifiutarsi di curare qualcuno sulle basi della propria religione. Non è chiaro, secondo le associazioni Lgbt+, se il rifiuto possa estendersi anche ai farmacisti e se possa avere un impatto sulle persone trans e le loro cure ormonali se questo dovesse andare contro le credenze religiose dei farmacisti stessi.
I PRECEDENTI
È stata Ruth McNair, professoressa associata onoraria dell’università di Melbourne a raccontare che ci sono già state diverse discriminazioni sotto traccia. Alcuni hanno raccontato di aver ricevuto un «Non curo persone come te» da professionisti. McNair ha raccontato che le persone Lgbt+ in Australia hanno problemi ad accedere alle cure standard e anche a trattamenti che sono visti come controversi. Sono tanti, ad esempio, gli uomini trans ai quali è stato rifiutato uno screening per un controllo alla cervice.