Politica&diritti

Se Zan fa l’omofobo? No, semmai fa outing ed è giusto che sia così

«Se Zan fa l’omofobo e mette all’indice il leghista gay»: titola oggi Libero in un pezzo pubblicato in prima pagina. La colpa dell’esponente dem – l’ennesima, dopo aver voluto limitare la “libertà” di picchiare e insultare le persone Lgbt+ con una legge ad hoc, per non parlare dell'”ideologia gender” nelle scuole – è quella di aver detto che in una nota località turistica abitualmente frequentata da omosessuali, ha visto un esponente leghista. Un esponente cheta sentir lui, aveva esposto cartelli molto duri contro la sua legge, che tutela la comunità arcobaleno. Zan non ha fatto nomi, non ancora almeno, ma ha descritto un fenomeno. Ovvero: la presenza di omosessuali che remano contro la loro stessa comunità in partiti tradizionalmente nemici.

Zan non fa l’omofobo: si chiama outing

Quello che farebbe Zan, qualora rivelasse i nomi di queste persone, si chiama outing. Ovvero, uno “sputtanamento”. Pratica violenta se io, solo perché il mio vicino mi sta antipatico, vado a rivelare al suo capo – che, magari, so essere omofobo – di averlo visto in quel locale gay. Ma se il mio vicino è un parlamentare e col suo voto pro o contro un provvedimento può cambiare la vita di milioni di persone, allora la cosa si fa un attimo diversa. Ha una rilevanza pubblica. E l’outing diventa arma politica per sottolineare l’ipocrisia di chi in pubblico predica in un certo modo e in privato si comporta in maniera completamente diversa rispetto ai valori che dice di osservare.

Cos’è l’outing

Alessandro Zan

L’outing è una pratica politica molto usata negli Stati Uniti e in altri paesi. Come riporta Wikipedia, un caso eclatante di outing fu ai danni di Edward Schrock, nel 2004, «un parlamentare repubblicano della Virginia» che venne disvelato dall’attivista gay Michael Rogers. «Rogers ha pubblicato una storia sul suo sito internet in cui rivela che Schrock ha usato un servizio di sesso telefonico interattivo per incontrare altri uomini con cui avere rapporti sessuali. Schrock non ha negato le accuse e ha annunciato il 30 agosto 2004 che non si candiderà per la rielezione». Perché questa storia doveva interessare la comunità americana?

Alcuni casi famosi

«Rogers» apprendiamo «ha dichiarato che ha fatto outing su Schrock per punirlo per la sua ipocrisia: Schrock ha votato per il Marriage Protection Act (legge sulla protezione del matrimonio) e ha anche firmato come sostenitore il Federal Marriage Amendament (emendamento federale sul matrimonio)» ovvero una serie di leggi che all’epoca blindavano il matrimonio come istituto rigidamente eterosessuale. «È arrivato il momento per questi gay omofobi di uscire allo scoperto o di subire l’outing» dichiarò Rogers. Era fondamentale, per l’attivista, svelare l’ipocrisia di chi si faceva sostenitore dell’eterosessualità come unico stile di vita possibile ma poi, nel privato, si comportava in modo difforme rispetto ai valori propugnati e su cui costruiva le sue fortune politiche.

Il caso di József Szájer

József Szájer con Orban

Un caso molto recente di outing si è avuto a Bruxelles, durante la pandemia. József Szájer, europarlamentare ungherese, è stato sorpreso durante un’orgia con molti altri uomini, contravvenendo alle restrizioni contro il covid-19. E fin qui, a parte il comportamento irresponsabile nei confronti dell’emergenza in corso, nessuno vieta a nessun altro di fare sesso con più uomini contemporaneamente. Fa parte del complesso capitolo della libertà sessuale. Ma Szájer è il responsabile dell’inserimento, nella Costituzione ungherese, di un articolo che “difende” il matrimonio eterosessuale. Impedendo alla comunità Lgbt+ ungherese di poter accedere al matrimonio, dunque. Un’ipocrisia intollerabile, dunque, da parte di chi pubblicamente difende determinati valori, ma poi nel privato li disconosce. Szájer, per altro, è pure sposato regolarmente.

Perché l’outing è corretto in certi casi

Insomma, se Zan decidesse di fare i nomi di quei politici di destra che in Parlamento difendono i sacri valori della tradizione, alimentando una narrazione tossica contro le persone Lgbt+, ma poi in privato decidono di comportarsi in modo opposto ai principi che dicono di voler difendere, non farebbe nulla di scandaloso. Semplicemente, sottolineerebbe la scarsa credibilità che c’è dietro a certe prese di posizione. Si chiama, in una parola molto più semplice, autodifesa. Libero ha ben poco di cui lamentarsi. Non si sta mettendo all’indice nessun leghista perché gay: e quindi si possono rimandare al mittente le accuse di omofobia. Zan sta sottolineando l’ipocrisia di chi, essendo gay, è pure leghista. Ed è proprio questo il problema. Perché è un problema di ipocrisia. Un’ipocrisia che va denunciata.

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