Se l’anno scorso si poteva parlare di pazza estate del “gender”, quella di quest’anno sembra caratterizzata da uno strisciante sessismo che ha, tanto per cambiare, come vittime designate le donne, i loro corpi, le loro capacità (politiche o sportive) e la natura dei loro affetti. Ultima, in ordine di tempo, una vicenda di cronaca locale, a Siracusa, dove il giornalista Salvo Benanti ha ripreso una fotografia di Tiziana Biondi, presidente dell’associazione Stonewall GLBT, – da molti anni in prima linea non solo per le rivendicazioni della gay community, ma anche contro la violenza di genere e il bullismo omo-transfobico – insieme alla sua compagna, giustapponendola a due glutei femminili e commentando “Ognuno coi suoi gusti”.
«Sono disgustata e arrabbiata!» ha dichiarato Biondi, in un comunicato stampa diramato dall’associazione che rappresenta, «È come se qualcuno avesse insozzato e offeso il nostro amore» continua ancora, ricordando come il problema non sia di natura personale, ma investa la generale considerazione che la società ha sia della comunità Lgbt sia dell’universo femminile. «In oltre vent’anni di attivismo in prima linea ne ho viste tante e sono pronta a tutto ma non mi abituerò mai all’ignoranza, alla cattiveria e a indecenze intellettuali come queste soprattutto da parte di chi dovrebbe a suo dire fare informazione».
Il comunicato di Stonewall ricorda, ancora, tutti i fatti delle ultime settimane in cui l’elemento femminile viene dato in pasto al pubblico: «Atlete azzurre giudicate per il loro fisico e non per le abilità sportive e quindi apostrofate su un noto giornale come “cicciottelle”» e ancora «la Presidente della Camera, Laura Boldrini insultata e derisa quotidianamente con appellativi che nulla hanno a che vedere con il suo ruolo politico-istituzionale» ricordando l’episodio della bambola gonfiabile di Salvini e, ancora, il caso di «Maria Elena Boschi, anche lei continuo bersaglio di insinuazioni ed insulti di natura sessista che, non hanno ovviamente alcuna attinenza» con le sue responsabilità governative «essendone lontani mille miglia con un normale e democratico dibattito politico» (ricordiamo, infatti, la volgare vignetta di Mannelli ). E l’elenco non si esaurisce qui, in quanto potremmo ricordare il caso di Radio Globo – di cui abbiamo trattato qui su Gaypost – e la sua canzone sessista contro le donne.
«La rabbia nasce dal fatto che tutto questo in Italia è tollerato e scambiato per “libertà di opinione o di espressione” o per delle innocenti battute sulle quali fare delle grasse risate. Ma il buon senso e soprattutto la buona educazione ci dicono che non è così» continua ancora Tiziana Biondi, la cui relazione con la sua compagna dura da ben dieci anni. Fa specie pensare che, in opposizione alla natura dei loro sentimenti, si contrapponga una considerazione del corpo femminile in un’accezione prevalentemente sessuale.
Stesso procedimento, a ben vedere, di tutti casi sollevati fino ad adesso. Le atlete olimpiche sono abili nella loro disciplina, ma qualcuno si sente in dovere di ricondurle a un aspetto della fisicità per sminuirne il valore: nel caso specifico, l’essere fuori norma rispetto al concetto condiviso di “corpo olimpionico” che deve essere bello, magro, muscoloso, aitante, armonioso (come se le rotondità non possano esserlo, a loro volta). La ministra Boschi viene ricondotta alle sue cosce. Laura Bordini è un “non corpo”, ma involucro di plastica. E adesso, l’amore lesbico sta al di sotto di un paio di glutei, il cui valore sta nel fatto di essere oggetto di desiderio e di piacere dell’universo maschile. Una vera e propria “riduzione corporea” che annienta psicologie, abilità, sentimenti e la fisicità stessa.
Atteggiamento, a ben vedere, che si verifica anche di fronte l’omosessualità maschile, molto spesso ridotta ad esercizio corporeo di sessualità – per lo più disordinata, malsana, promiscua – mentre i gay vengono descritti (ma guarda un po’) come singole parti fisiche, da “buco” o “buho” in Toscana, a “culo” nel milanese, fino al “ricchione” del sud che richiamerebbe le orecchie del coniglio, noto per l’incontenibile attività riproduttiva. Riflesso volgare, nel senso di “popolano”, che ancora colpisce i rappresentanti del mondo dell’informazione e forse anche in modo automatico, non necessariamente voluto ma non per questo meno offensivo e sminuente. Un fenomeno talmente stratificato nella coscienza collettiva che dovrebbe essere oggetto approfondito di riflessione da parte di tutti e tutte.
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