Una dimostrazione di spropositata e gratuita violenza poliziesca contro le sex worker: è questo il commento dell’associazione Sportello sociale San Berillo nei confronti dell’azione delle forze dell’ordine che ieri si è svolta tra le vie dello storico quartiere del capoluogo etneo. «Alcune lavoratrici della zona sono state buttate a terra e percosse coi manganelli da numerosi poliziotti contemporaneamente. È solo un miracolo che nessuna sia rimasta gravemente ferita». Parole durissime di condanna, contro la polizia.
«Da mesi, oramai, il quartiere, colpevole di ospitare comunità di migranti e lavoratrici sessuali» continua il comunicato «è soggetto a quotidiane incursioni delle forze dell’ordine. Ma se di solito questo accanimento viene esercitato con l’intimidazione che chi veste una divisa può agevolmente esercitare nei confronti di individui che la nostra società spinge ai margini, stavolta le forze dell’ordine hanno voluto mostrare i muscoli. Sono stati violentemente picchiati gli abitanti del quartiere, colpevoli di avere osato riprendere col cellulare l’operato delle forze dell’ordine».
L’associazione di San Berillo denuncia, ancora:«Si è assistito a tre poliziotti che si accanivano sul corpo di una donna trans e la madre che disperata tentava di filmare quello che vedeva non potendo fare altro». E non solo: «Questo, evidentemente, non è bastato alle squadre di polizia che, per cancellare le prove di quanto appena fatto, hanno cominciato a fare irruzione e a perquisire, senza alcun mandato, la casa di una lavoratrice sessuale, all’interno della quale hanno continuato a picchiare chiudendo le imposte che davano sul balcone di fronte da cui si sarebbe potuto vedere».
Lo Sportello sociale San Berillo dichiara, in merito a quanto accaduto ieri, che si tratta di «una sospensione dei diritti gravissima che in realtà nei quartieri dove sono presenti soggettività poste ai margini per provenienza, genere, classe, accade più spesso di quanto noi possiamo immaginare». E intanto arriva la solidarietà di Arcigay Catania: «Esprimiamo massima solidarietà verso la comunità di San Berillo, da sempre vicina all’associazione» dichiara il presidente Armando Caravini. Ricordando che il quartiere ha ospitato il Pride Village del 2017. E ricordando, ancora, come durante la prima ondata di Covid, l’associazione Lgbt+ abbia «sostenuto la comunità delle sex workers con una raccolta fondi».
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